Tra perdite crescenti, pressione competitiva e rifocalizzazione sul core business, il colosso dei semiconduttori ristruttura drasticamente: licenziamenti, chiusura di unità strategiche e nuovo orientamento verso margini più elevati.
Intel Corporation ha annunciato la chiusura definitiva della sua divisione dedicata ai chip automobilistici, segnando una svolta radicale nella strategia del gruppo. La decisione, comunicata martedì ai dipendenti tramite un memo interno e confermata pubblicamente, si inserisce in un piano di contenimento dei costi da 17 miliardi di dollari nel corso del 2025, con una serie di licenziamenti estesi già in atto nei principali stabilimenti della Silicon Valley.
Un cambio di paradigma strategico: fuori dall’auto, focus su data center e clienti corporate
La divisione automobilistica di Intel aveva fornito semiconduttori a oltre 50 milioni di veicoli nel mondo, alimentando tecnologie come infotainment, gestione energetica nei veicoli elettrici e sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS). Eppure, l’unità sarà smantellata, fatta salva l’esecuzione dei contratti attivi già siglati con costruttori internazionali.
In una nota ufficiale, Intel ha chiarito: “Stiamo riallineando le risorse verso i nostri business core—client e data center—per rafforzare l’offerta di prodotti e soddisfare le priorità strategiche dei nostri partner.”
La dismissione dell’unità automotive non coinvolge Mobileye, la società israeliana acquisita da Intel nel 2017 e poi quotata in borsa, su cui l’azienda mantiene il controllo di maggioranza. L’uscita dal comparto veicoli è dunque selettiva e circoscritta, ma altamente simbolica in un mercato dove la convergenza tra semiconduttori, mobilità e AI è sempre più centrale.
La crisi finanziaria spinge la ristrutturazione: utili in caduta, concorrenza in ascesa
I tagli arrivano in un contesto di gravi difficoltà economico-finanziarie:
- Perdita netta Q1 2025: –821 milioni USD
- Stima perdita Q2 2025: –1,4 miliardi USD
- Risultato 2024: –18,8 miliardi su un fatturato di 53 miliardi USD
La pressione competitiva di Nvidia, IBM e Samsung ha accelerato la necessità di ridisegnare la struttura costi-ricavi. La nuova linea guida, secondo dichiarazioni interne, prevede di sviluppare solo chip con margini lordi potenziali superiori al 50%, un salto qualitativo che comporta inevitabilmente il taglio delle unità non allineate a tale profilo.
Impatti occupazionali: riduzione a doppia cifra della forza lavoro
Oltre alla chiusura dell’automotive unit, Intel ha avviato un processo di downsizing strutturale:
- 107 posti eliminati in quattro siti della Silicon Valley dal 15 luglio
- Tagli fino al 20% nelle divisioni produttive
- Outsourcing delle attività marketing ad Accenture
- Riduzione della forza lavoro complessiva: da 125.000 nel 2023 a circa 109.000 oggi
La comunicazione firmata da Naga Chandrasekaran, vicepresidente della produzione, recita: “Si tratta di decisioni difficili ma necessarie per garantire la sostenibilità economica e la stabilità finanziaria nel medio termine.”
Implicazioni settoriali e geopolitiche: warning per l’industria dei chip e la politica industriale USA
L’uscita di Intel da un comparto in rapida espansione come l’automotive rappresenta un segnale forte. Mentre altri player—come Qualcomm, Nvidia, TSMC e Renesas—puntano sull’integrazione tra AI, edge computing e mobilità elettrica, la scelta di Intel va controcorrente, optando per un consolidamento verticale e selettivo.
Dal punto di vista giuridico e geopolitico, la mossa solleva interrogativi sulle politiche industriali degli Stati Uniti, in particolare alla luce degli incentivi federali per il reshoring della produzione e per la competitività nel settore EV. La deindustrializzazione selettiva potrebbe avere ricadute su occupazione specializzata, capacità produttiva nazionale e innovazione downstream.
Sopravvivenza prima dell’espansione
Intel si trova in una fase di sopravvivenza finanziaria che richiede scelte strategiche drastiche. Il ridimensionamento dell’organico, la razionalizzazione dell’offerta e l’abbandono di settori non profittevoli sono una risposta difensiva a una competizione globale sempre più spietata. Il futuro del colosso dipenderà ora dalla sua capacità di innovare in settori core ad alto margine, come i data center AI-native, l’high-performance computing e i semiconduttori per cloud e edge.
L’industria osserverà con attenzione i prossimi trimestri. La credibilità di Intel sui mercati finanziari e tra gli stakeholder strategici è in gioco.