Roma, 28/03/2024
Roma, 28/03/2024

L’audace obiettivo di Incat: il traghetto passeggeri elettrico più grande al mondo

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La nave viaggerà tra l’Argentina e l’Uruguay e per il primo periodo si muoverà con una tecnologia multi-carburante, mentre in un secondo momento sarà completamente elettrica

Una sfida green. È quella che si è posta davanti Incat Tasmania, un’impresa che solitamente si occupa di produrre catamarani ad alta velocità. Oggi, invece, punta a scrivere la storia producendo il più grande traghetto passeggeri alimentato a batteria al mondo, che si chiamerà 148E.

Il progetto con Buquebus

È tutto cominciato da una richiesta dell’impresa argentina Buquebus. Un progetto per un traghetto a gas naturale liquefatto, dunque niente a che vedere con l’elettrico. Poi l’idea: trasformare quanto detto in qualcosa di nuovo e più green. Così la nave costruita in alluminio, lunga 130 metri e adibita allo spostamento di 2100 passeggeri e 226 veicoli alla volta potrebbe diventare un record mai raggiunto finora.

Come spiega il fondatore del Gruppo Incat, Robert Clifford, “Il cliente desidera questo, Incat vuole lo stesso. E anche se ci sono delle questioni da risolvere sono decisamente sicuro che riusciremo a consegnare questa nave innovativa”.

Quando i lavori saranno ultimati e l’imbarcazione farà il battesimo dell’acqua – si pensa nel 2025 – verrà utilizzata per viaggiare tra Argentina e Uruguay. La sua velocità massima sarà di 25 nodi, meno della media di Incat, che solitamente produce imbarcazioni che vanno dai 30 nodi in su. “Le navi elettriche sono il futuro, in particolare per i viaggi tra gli 80 e i 160 chilometri.

Il supporto di ABB nella realizzazione

Tra le imprese che collaboreranno con Incat nella creazione di questa nave c’è anche la società operante nel settore dell’elettrificazione ABB. Il progetto prevede l’utilizzo di sistemi ideati da ABB all’interno della nave, in particolare per il motore elettrico, il sistema di controllo distribuito, il sistema diagnostico remoto e due unità di propulsione Azipod.

Clifford ha descritto l’accordo tra le due aziende come “concentrata al 100% nella creazione di soluzioni di trasporto green per il futuro”.

L’infrastruttura mancante: cosa andrà realizzato nel frattempo

C’è da chiarire che un progetto del genere richiederà la realizzazione di un’infrastruttura importante. D’altronde, non è ancora così comune trovare torrette di ricarica per le imbarcazioni, figuriamoci per quelle di queste dimensioni.

“Chiaramente, ci dovranno essere forniture adeguate di energia nei porti dove la nave si fermerà” ha continuato Clifford. Per questa ragione si sta parlando della realizzazione e installazione di generatori multi-carburante all’interno della nave come misura temporanea. In futuro, invece, saranno presenti cavi di ricarica retrattili lungo il porto che supporteranno la ricarica veloce in 30-40 minuti. “La navigazione a emissioni zero è il futuro e Incat ha sede in Tasmania, uno dei pochi posti sul pianeta che ha già raggiunto il net zero”.

Le difficoltà da affrontare per realizzare il traghetto elettrico

Ci sono diverse questioni oltre quella della ricarica che andranno analizzate e comprese al meglio dalla compagnia nel corso della costruzione. Uno riguarda il peso: “Uno dei più grandi problemi a livello di peso è la protezione strutturale contro i possibili incendi delle automobili – spiega Cliffordse concentriamo quell’area a un livello più basso, le altre non avranno bisogno di questo genere di scudo, il che salva tra le 60 e le 70 tonnellate.

Ma ci sono anche dei pregi economici, oltre alle complicazioni. D’altronde, muoversi a 25 nodi dove lo si fa a 35 allunga il percorso di 10 minuti, ma fa risparmiare un quarto del costo del carburante. Questo tipo di navi potrebbero essere usate anche nel Mediterraneo, secondo quanto riportato da Incat.

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