Roma, 18/05/2024
Roma, 18/05/2024

Accordo in Europa: niente più ansia da rifornimento

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Le nuove norme introdotte dal regolamento AFIR garantiranno un’infrastruttura sufficiente e di agevole utilizzo in materia di combustibili alternativi per il trasporto stradale, marittimo e aereo con obiettivi al 2025 e al 2030

È stato raggiunto oggi l’accordo tra Consiglio dell’UE e Parlamento europeo per l’aggiornamento dell’AFIR, ovvero il regolamento sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi: un accordo storico che rientra nel quadro del Green Deal europeo e, più precisamente, negli obiettivi del taglio delle emissioni al 55% al 2030. L’accordo deve ora essere formalmente adottato e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’UE, prima dell’entrata in vigore dopo un periodo iniziale di sei mesi.

A sostegno di questi obiettivi, è stato da poco confermato lo sblocco di un pacchetto di finanziamenti UE pari a 188,8 milioni di euro, volto a realizzare un rete di trasporti sostenibile nei vari ambiti della mobilità e attraverso tecnologie pulite.

Cosa prevede l’AFIR: mobilità su terra, aria e acqua

La normativa fissa gli obiettivi per garantire una sufficiente diffusione della rete di infrastruttura di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno per veicoli ed imbarcazioni, favorire soluzioni alternative per le barche ormeggiate nei porti marittimi e lungo le vie navigabili interne e gli aeromobili in stazionamento – garantendone la fornitura di elettricità – e raggiungere una piena interoperabilità sull’intero territorio dell’Unione tramite un’infrastruttura di facile uso.

Infrastrutture di ricarica elettrica ogni 60km dal 2025

Come da proposta della Commissione europea, la normativa conferma l’obbligo di installazione di stazioni di ricarica ogni 60 km sulla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). A partire dal 2025, infatti, dovranno essere messa a disposizione una stazioni di ricarica per auto e furgoni ogni 60km e con una potenza di almeno 150 kW (e dalla fine del 2030, di almeno 600 kW) – e, per ogni EV immatricolato in uno Stato membro, dovrà corrispondere una potenza di uscita pari a 1,3 kW nell’infrastruttura di ricarica pubblica.

Per quanto riguarda le stazioni di ricarica per i veicoli pesanti, le stazioni di ricarica dovranno avere una potenza di almeno 350 kW ed essere messe a disposizione ogni 60 km lungo la rete centrale TEN-T e ogni 100 km lungo la più ampia rete globale TEN-T. Prevista per il 2030 invece la copertura dell’intera rete, oltre ad un’installazione in zone sicure e in nodi urbani per i veicoli che si occupano di consegne.

Un’infrastruttura interoperabile: elettrico e H2

La normativa prevede anche degli obblighi nella realizzazione di un’infrastruttura di rifornimento di idrogeno, sia per mezzi leggeri che pesanti, ogni 200 km lungo la rete centrale TEN-T al 2030.

Fondamentale in questo senso sarà garantire un’infrastruttura di ricarica elettrica e ad idrogeno facile da usare per gli utenti, mettendo a disposizione metodi di pagamento diversi e più opzioni di visualizzazione delle tariffe. I gestori dei punti di ricarica elettrica e delle stazioni di rifornimento di idrogeno devono poi garantire la completa trasparenza dei prezzi e rendere disponibili attraverso strumenti elettronici i dati (ad esempio l’ubicazione), garantendo la piena informazione del cliente.

La transizione verso una mobilità a zero emissioni deve poggiare sull’infrastruttura giusta, pronta quando ve ne è bisogno là dove ve ne è bisogno. Vogliamo che ogni conducente in Europa – che sia al volante di veicoli elettrici o di altro tipo – abbia la certezza di poter viaggiare con tranquillità in tutto il continente. Con questo accordo garantiamo che in tutta Europa siano disponibili opzioni sufficienti e di agevole utilizzo, sia per le autovetture che per i veicoli pesanti”, ha affermato il Commissario Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo.

Porti marittimi e aeroporti

Anche i porti dovranno garantire la possibilità di ricarica da terra, in modo da permettere alle navi ormeggiate di spegnere i motori e sfruttare le soste. E non solo: l’abbattimento delle emissioni avrà ripercussioni positive anche nelle località portuali. Nello specifico, dovranno mettere a disposizione delle uscite da terra entro il 2030 quei porti marittimi che registrano un numero di scali pari a 50 per le navi passeggeri di grandi dimensioni e pari a 100 per le navi portacontainer.

Gli obiettivi di fornitura di energia elettrica negli aeroporti riguarda gli aeromobili in stazionamento in tutte le postazioni con pontile (gate) entro il 2025 e presso tutte le postazioni remote entro il 2030.

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