Roma, 27/07/2024
Roma, 27/07/2024

Un passaporto di sostenibilità per le batterie: il progetto della Global Battery Alliance ed i suoi obiettivi

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Una sorta di passaporto per certificare la sostenibilità ambientale e sociale delle batterie: a cosa mira il progetto del Global Battery Alliance

Anche per le batterie potrebbe avverarsi quanto avviene con i prodotti alimentari, nella cui etichetta vengono riportate informazioni riguardo la tracciabilità ed altri dati (alcuni non obbligatori) sulla qualità delle materie prime ed il rispetto dell’ambiente nel processo produttivo.

In questo caso, si punta alla creazione di una specie di passaporto – il Battery Passport – che riveli in particolare non solo le caratteristiche dell’accumulatore, ma anche la sua impronta ecologica. Questo è l’obiettivo a cui punta la Global Battery Alliance (GBA), associazione che riunisce più di 120 aziende nel settore e nella filiera delle batterie.

Cenni sulla Global Battery Alliance

All’interno di questo trust troviamo realtà come Enel, Denso, Microsoft, Glencore (società mineraria anglo-svizzera), produttori di batterie come LG, costruttori automobilistici come Tesla, BMW, Volkswagen, Renault ma anche ONG ed istituzioni governative. GBA nasce nel 2017 in seno al World Economic Forum per diventare una realtà indipendente nel 2021, lanciando il programma Vision 2030 in cui si possa realizzare un ciclo di vita circolare delle batterie in modo da rispondere all’aumento di produzione delle stesse con conseguenti problemi riguardo lo sfruttamento delle risorse per la loro produzione e smaltimento.

Un ciclo che, come afferma il sito della GBA, “comporta notevoli rischi sociali ed ambientali”. Per la precisione, parliamo di aspetti critici legati “all’estrazione di minerali (lavoro minorile, condizioni di lavoro non sicure, diritti delle popolazioni locali), ai processi di produzione (impronta di CO2, utilizzo dell’acqua, perdita di biodiversità, inquinamento) e hanno un impatto significativo sulla sostenibilità complessiva del prodotto finale”.

La certificazione di sostenibilità per le batterie

Ogni batteria dovrà essere accompagnata da una certificazione in cui si riporta il livello di sostenibilità nel ciclo di vita della stessa, con dati affidabili ed accessibili, raccolti tramite il metodo fornito dal Greenhouse Gas Rulebook, il primo indicatore del passaporto ufficializzato nel 2022, e consultabili sulla piattaforma digitale del Battery Passport.

Non solo caratteristiche tecniche, ma anche di “responsabilità sociale”. L’obiettivo finale del programma sarà quello di fornire indicatori per gestire le regole relative “alla misurazione, all’auditing e al reporting dei parametri ESG [acronimo che sta per Environmental, Social and Governance, ovvero le pietre miliari che determinano la sostenibilità o meno dell’impegno o delle azioni di una impresa o di un prodotto, ndr] lungo la catena del valore della batteria”.

Si punta inoltre ad avere un ID digitale che trascriva le prestazioni ESG, la tracciatura, la capacità della batteria e come riciclarla.

Un altro obiettivo è l’armonizzazione dei “sistemi digitali che collaborano lungo la catena del valore per riportare i dati nel passaporto della batteria”, con dati su un’unica piattaforma digitale, e che tra le altre cose “riporterà in modo trasparente i progressi verso gli obiettivi globali attraverso la catena del valore della batteria per informare i governi, la società civile e sviluppare parametri di riferimento delle prestazioni”.

Infine, il Battery Passport mira a rendere possibile un marchio di garanzia per le batterie, che possa così orientare l’acquisto responsabile da parte dei consumatori. Massima trasparenza per questi ultimi quindi, che avranno così gli strumenti comparativi utili nell’acquisto. Il progetto monitorerà i progressi verso batterie più sostenibili ed efficienti, la cui produzione potrà essere massimizzata anche attraverso fonti rinnovabili, che ne allungano il ciclo di vita e riducono le emissioni di gas serra in maniera progressiva. Altro obiettivo ambizioso quello relativo alle condizioni di lavoro, sostenendo il rispetto dei diritti, qualità e sviluppo delle competenze, eliminando inoltre il lavoro forzato e minorile ed arginando le pratiche corruttive.

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