Le navi ad ammoniaca sono il futuro dei trasporti marittimi? La compagnia del settore chimico Yara è al lavoro per far salpare nel 2026 una portacontainer con questa tipologia di carburante che, se prodotta con fonti rinnovabili, può essere totalmente ecologica e sostenibile
Se l’elettrico è la soluzione più indicata per le auto nel prossimo futuro, quando si tratta di mezzi pesanti come aerei o navi le alternative ai carburanti fossili si orientano più su combustibili bio o sintetici. Nella rosa di opzioni a disposizione per l’avvenire della mobilità, in questo caso delle grandi navi, si inserisce anche l’ammoniaca verde.
Navi ad ammoniaca verde, il progetto della norvegese Yara
È il caso del progetto di Yara, compagnia nel settore chimico che tramite una sua branca dal 2010 studia tecnologie per un trasporto via mare efficiente e decarbonizzato. Considerato che imbarcazioni di parecchie tonnellate come le navi mercantili difficilmente si sposano per ora con l’uso di batterie (richiederebbero accumulatori di peso notevole, oltre al fatto che per ora non è possibile avere un’autonomia da tratta transoceanica), ecco quindi che la società norvegese (pur al lavoro anche su una nave cargo elettrica) intende varare entro il 2026 la prima nave portacontainer al mondo alimentata ad ammoniaca, verde ovviamente.
L’ammoniaca verde, per intenderci, parte dal composto chimico utilizzato nel settore dei fertilizzanti che può al tempo stesso diventare vettore e accumulatore energetico (per l’idrogeno), oltre che combustibile essa stessa. Quando viene appellata “verde” intendiamo l’ammoniaca prodotta da fonti sostenibili e rinnovabili, anziché il più impattante metano. Ad esempio sfruttando l’elettrolisi dell’acqua per ottenere l’idrogeno, e l’azoto dall’aria, per la sua produzione.
Questa opzione può essere utile nell’abbattimento delle emissioni delle navi, tra i mezzi più inquinanti del pianeta. Studi UE riportano il fatto che nel 2018 il contributo della CO2 prodotta dai trasporti marini è stata pari al 3% sul totale delle emissioni prodotte dalle attività umane. E mentre realtà come l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) in seno alle Nazioni Unite stilano piani per abbattere gradualmente l’impatto delle grandi navi a livello globale da qui sino ai prossimi decenni, compagnie come Yara cercano di dare il proprio contributo. Vediamo come nel dettaglio.
La Yara Eyde, portacontainer ad ammoniaca che viaggerà tra Norvegia e Germania
La nave in questione è la Eyde, portacontainer da dimensioni più ridotte rispetto alle altre di questa tipologia. Inoltre la tratta che coprirà in un primo momento è relativamente ridotta per venire incontro alla praticamente pionieristica tecnologia che la muove. La Eyde infatti viaggerà inizialmente al massimo lungo i poco più di 800 km, 442 miglia nautiche, che separano i porti di Oslo e Amburgo. Le altre destinazioni saranno Brevik e Bremerhaven.
La nave è frutto del lavoro condotto assieme alla controllata Yara Clean Ammonia con North Sea Container Line. Sebbene la proprietà non è stata ancora chiarita, quest’ultima nella collaborazione gestirà la portacontainer. Inoltre Yara Clean Ammonia si occuperà assieme ad Azane Fuel Solutions della rete di stoccaggio e bunkeraggio del combustibile, in modo da averlo a disposizione in forma pura nei porti della Norvegia e, nel caso, negli altri siti di approdo della penisola scandinava.
“L’ammoniaca sarà la soluzione ideale per ridurre le emissioni nel settore marittimo”
Il progetto è finanziato dall’ente governativo Enova con 40 milioni di corone norvegesi (ovvero 3,6 milioni di dollari). In attesa di ricevere i via libera necessari da parte delle autorità, Magnus Krogh Ankarstrand, responsabile di Yara Clean Ammonia, ha spiegato: “L’ammoniaca non è un combustibile inquinante. Una volta che produrremo ammoniaca da energia rinnovabile o tramite gas naturale, che ci permetterà di catturare ed immagazzinare il 95% delle emissioni di CO2, l’ammoniaca pura diventerà subito la soluzione ideale per ridurre le emissioni di carbonio nel settore marittimo”.
Sempre nel 2026 dovrebbe salpare per la prima volta i mari un’altra nave ad ammoniaca, quella della compagnia belga Exmar. Il progetto prevede due natanti a doppia alimentazione, GPL (con capacità di 46.000 metri cubi) ed ammoniaca, frutto di una partnership con Hyundai Mipo Dockyard. Ma prima ancora, ovvero nel 2024, Man Energy Solution dovrebbe effettuare la consegna ad un cliente ancora non precisato del primo motore ad ammoniaca. L’anno successivo potrebbe poi essere rilasciato il brevetto del motore a due tempi.
Immagine di Copertina: Yara