Roma, 19/04/2024
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Perché il rame è fondamentale per la transizione ecologica

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Lo si usa ovunque: dall’energia alla mobilità passando dalla comunicazione. Il terzo metallo al mondo per uso industriale – preceduto solo da ferro e alluminio – è destinato ad essere sempre più richiesto, ma le dinamiche dietro la sua estrazione sono ancora instabili

È stato il primo metallo manipolato dagli esseri umani, ed ancora oggi è fondamentale per la nostra vita. Il rame è senza dubbio uno dei protagonisti della transizione ecologica: è il terzo metallo al mondo per utilizzo industriale. Bisogna tenerlo sott’occhio, perché secondo le analisi di S&P Global entro il 2035 la sua domanda raddoppierà.

Perché la transizione ecologica accentuerà il bisogno di rame

Il rame oggi viene utilizzato per il 75% nei settori dell’elettronica, della comunicazione e dell’energia: tutti ambiti dai quali passerà la transizione ecologica. La sua conduttività e duttilità sono ideali in particolare per la produzione di cavi, e se pensiamo che un’automobile solitamente contiene un chilometro e mezzo di fili in rame (tra i 20 e i 45 chili) possiamo capire perché questo metallo sia oggi importante per la mobilità. Questo numero inoltre è tra le 3 e 4 volte superiore a quello tradizionale in un veicolo elettrico.

Ma sarà tutta l’economia sostenibile a girare attorno a questo materiale, perché i prodotti che impiegano rame sono più efficienti, dunque sprecano meno energia elettrica e saranno sempre più desiderati, oltre ad essere uno dei metalli più riciclati e riciclabili. Anche per questo tutti i cavi per la trasmissione e distribuzione elettrica saranno convertiti in rame, comportando un aumento nella domanda tra il 50% e il 104% entro il 2040.

Il settore in fase di sviluppo che tra tutti richiederà il maggiore utilizzo di rame è l’eolico offshore: le turbine contengono 8 tonnellate di rame per megawatt di energia generabile.

Chi sono i produttori di rame da cui dipende il mondo

Ago della bilancia dell’economia, il rame è un ottimo modo per analizzare i mercati perché dà informazioni immediate sull’economia del Paese. Un caso può essere la ripresa del settore industriale e di quello metallurgico rispetto a una crisi. Ma può anche significare un aumento di domanda come quello che stiamo vivendo adesso che però non riesce ad essere soddisfatto da problemi produttivi.

E sono proprio i produttori gli altri protagonisti del sistema economico legato a questo metallo così necessario. Ad oggi, secondo quanto riporta il World Copper Factbook, il 42% della produzione di rame è in Cina. A seguire (ben distante) il Cile con il 9%, il Giappone col 6% e il Congo con il 5%.

Il problema della dipendenza da altre regioni del mondo non riguarda soltanto i rapporti internazionali. Negli ultimi decenni, secondo dati di BloombergNEF, la quantità di rame presente in natura è diminuita e continuerà a farlo.

Ci sono poi Stati in cui c’è abbondanza di rame ma non si riesce a sfruttarlo al meglio. È il caso dello Zambia, che produce il 6% del rame mondiale ma è una delle nazioni più povere al mondo. In altre parti del mondo, l’impatto sociale della produzione è così insostenibile da causare proteste che portano perfino alla chiusura di miniere in grado di produrre il 2% del rame come in Peru. Perché un metallo come il rame è fondamentale per la transizione ecologica, ma per avere un mondo più sostenibile bisogna iniziare dalle materie prime.

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