Roma, 18/05/2024
Roma, 18/05/2024

Auto elettriche cinesi sempre più economiche. Quelle occidentali no

11auto cinesi più economiche

Europa e Stati Uniti continuano ad arrancare in materia di costi quando si parla di EV. Secondo un rapporto, infatti, se le auto elettriche cinesi sono sempre più economiche lo stesso non si può dire per quelle del resto del mondo

Mentre l’amministrazione Biden annuncia di voler stabilire un credito d’imposta fino a 7500 dollari per i veicoli elettrici le cui batterie contengono componenti e minerali critici made in USA e l’Unione Europea cerca di arginare la Cina per timore della concorrenza sleale, il drago rosso non si scompone e continua a vendere in gran quantità i propri EV. Lo scrivono in un rapporto gli esperti di JATO Dynamics.

In Cina l’EV più economico costa l’8% dell’equivalente ICE

“Il divario di prezzo si è ampliato: il prezzo medio al dettaglio di un’auto elettrica disponibile in Cina è ora meno della metà di quello praticato in Europa e negli Stati Uniti – scrivono gli analisti di JATO. Nella prima metà del 2023, un’auto elettrica costava 31.165 euro in Cina, 66.864 euro in Europa e 68.023 euro negli Stati Uniti.

Insomma, nonostante gli sforzi dei produttori occidentali per produrre EV più accessibili, questi continuano a costare più dei loro equivalenti a motore endotermico. In Cina, invece, il veicolo elettrico con il prezzo più basso costa l’8% in meno dell’equivalente ICE più economico.

Non solo prezzo, anche qualità migliore

“I veicoli elettrici cinesi non competono solo sul prezzo – si legge nel rapporto –, ma anche in termini di qualità e potenza. Oggi la Cina è in grado di produrre e vendere un’auto elettrica da 200-300 CV a un prezzo medio di 30.500 euro. Un esempio è la BYD Seal, una berlina cinese di medie dimensioni che nel suo allestimento Elite ha 204 CV. Costa soltanto 24.106 euro. In Europa, la rivale più vicina in termini di prezzo è la piccola Renault Twingo Equilibre, una city-car prodotta in Slovenia, a 24.320 euro ma con soli 81 CV.

Una competizione a tratti sleale

La competizione cinese sui prezzi ha costretto i produttori di veicoli elettrici a ripensare i propri progetti in un’ottica di maggiore sostenibilità economica. Nel frattempo, però, il fiorire dell’industria in Cina è molto legato al robusto supporto fornito dal governo attraverso sussidi e sgravi. Si parla di un totale di 57 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2022. Altro contributo è dato dal basso costo della manodopera: il salario orario medio europeo è 10 volte quello cinese.

“Sebbene gli Stati Uniti e l’Unione Europea abbiano risposto alla sfida posta dalla Cina con importanti decisioni, la politica da sola non sarà sufficiente a risolvere il problema dell’accessibilità economica – ha commentato Felipe Munoz, analista di JATO Dynamics –. I costruttori occidentali devono concentrarsi sulla ricerca e sullo sviluppo di nuove tecnologie e processi produttivi progettati specificamente per un futuro completamente elettrificato”.

La reazione occidentale alle auto elettriche cinesi economiche

Dopo il recente crollo delle azioni di Ford a causa delle sue perdite nel settore elettrico, l’impresa statunitense ha scelto di ridurre la produzione della propria Mustang Mach-E e di ridimensionare i propri investimenti. Invece di guadagnare, infatti, la divisione EV aveva raddoppiato le proprie perdite rispetto all’anno scorso.

Dal canto suo, General Motors ha abbandonato l’obiettivo di costruire 100mila EV nella seconda metà del 2023 e di raggiungere i 400mila nella prima parte del 2024. Insomma, tutto da rifare: “[GM] vuole avere il tempo di incorporare le modifiche ingegneristiche che dovrebbero aumentare la redditività della sua piattaforma di produzione”, ha commentato Stephen Wilmot, che scrive per il Wall Street Journal. “Un rallentamento di questo tipo – ha aggiunto – potrebbe rafforzare i profitti dell’azienda l’anno prossimo, ma indebolisce la sua posizione come leader del settore automobilistico”.

E le due storiche concorrenti americane non sono le uniche a soffrire. Mercedes ha ammesso di aver dovuto ridurre i prezzi e che il tasso di vendita è stato inferiore alle aspettative, mentre Volkswagen ha dovuto tagliare la produzione di veicoli elettrici. Nel frattempo, Stellantis ha siglato un accordo con la cinese Leapmotor per produrre EV a prezzi più bassi.

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