Roma, 15/05/2024
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“Biglietto climatico”? Buona idea ma da migliorare

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Mentre si parla sempre di più di come convincere le persone a utilizzare il trasporto pubblico per una vita urbana più sostenibile, torna il concetto di ‘biglietto climatico’. Un’idea interessante, ma che potrebbe essere migliorata

Uno dei modi più rispettosi dell’ambiente per spostarsi, il trasporto pubblico è la chiave per ridurre sempre di più il traffico veicolare e aereo. Per incentivarne l’utilizzo sempre più Paesi stanno cercando di diminuire i suoi costi. Una delle soluzioni più discusse è quella del cosiddetto biglietto climatico, un titolo di viaggio a basso costo venduto ad abitanti e turisti. Non tutti, però, pensano che questi biglietti, per come si trovano oggi in Europa, siano le più adatte per affrontare il problema.

La situazione attuale: dove trovare i biglietti climatici

Questi titoli sono stati adottati in tre Stati sui 30 analizzati lo scorso maggio da Greenpeace in un suo report dedicato. Si tratta di Austria, Ungheria e Germania. Allora l’associazione aveva valutato lo stato dei servizi di trasporto pubblico locale dei Paesi europei attraverso i criteri della semplicità del sistema di vendita dei biglietti, della convenienza economica dei viaggi a lunga percorrenza, degli sconti per i gruppi svantaggiati e della tassazione su ciascuna tratta. L’Italia si trovava in sestultima posizione in classifica insieme a Finlandia, Francia e Slovacchia.

Delle soluzioni già proposte, però, non tutte si sono rivelate così efficienti. Solo il Klimaticket (letteralmente ‘biglietto climatico’) austriaco ha convinto Greenpeace. “Credo che l’unico modello che si avvicina a quello da noi raccomandato sia quello austriaco”, ha commentato Herwig Schuster, esperto di trasporti per la campagna Greenpeace “Mobility for All”. “È possibile utilizzare il pass sia in campagna che nella metropolitana di Vienna”, ha spiegato.

In generale, c’è comunque ancora da migliorare. Il titolo di viaggio austriaco è comunque troppo costoso, e gli altri non rispecchiano l’idea dell’organizzazione del biglietto climatico ideale. Come per quello tedesco, che non include tutti i mezzi di trasporto. Inoltre, secondo uno studio dell’agenzia federale tedesca per l’Ambiente, i calcoli del ministero dei Trasporti secondo cui i biglietti climatici permetteranno di ridurre le emissioni di 22,6 milioni di tonnellate entro il 2030 “sembrano sovrastimati”. Secondo il rapporto si tratterebbe più probabilmente di 4,2 milioni.

Come migliorare i titoli di viaggio

Oltre alla questione economica, che è sicuramente fondamentale, ci sono altri problemi legati al concetto di biglietto climatico. Non può, infatti, essere introdotto senza che vi sia un lavoro di tipo strutturale. L’aumento di persone che utilizzano il TPL, infatti, porta al sovraffollamento dei mezzi, che invece andrebbero potenziati. Questo perché non si può convincere una persona ad abbandonare il trasporto privato se quello pubblico è scomodo e irritante.

La combinazione di costi contenuti, buone infrastrutture e un sistema di acquisto dei biglietti semplice da capire potrebbe essere il modo migliore per incoraggiare un maggior numero di persone a utilizzare i mezzi pubblici.

Biglietto climatico gratis, sì o no

L’obiettivo ultimo, secondo Schuster, è quello di avere biglietti da circa 1 euro al giorno. “Non siamo a favore del trasporto gratuito – ha aggiunto -. Diciamo sempre che il trasporto dovrebbe essere accessibile, ma non gratis”. La sua gratuità, soprattutto nei Paesi non particolarmente ricchi, potrebbe causare gravi problemi di sostenibilità economica. La riduzione del costo, ha proseguito, può comunque essere coperta togliendo i sussidi a combustibili fossili e tassando l’aviazione.

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