Roma, 04/10/2024
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Monopattini elettrici, crisi a Parigi: si va verso il referendum

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I cosiddetti e-scooter sono una delle tecnologie di micromobilità più utilizzate all’interno delle città di tutto il mondo. Ad aprile, però, potrebbero essere aboliti a Parigi per scelta popolare

I monopattini elettrici o li ami o li odi: è la situazione a Parigi, ma anche in Italia. Questo mezzo di micro-mobilità, infatti, ha creato così tante polemiche che il 2 aprile la capitale francese esprimerà il suo voto in un referendum per la sua eliminazione. Un evento curioso, considerando che in molti considerano questo modo per spostarsi utile.

Monopattino sì, monopattino no: cosa è successo

Il primo monopattino elettrico è arrivato a Parigi quattro anni fa, introdotto per la prima volta da Lime. Da allora molto è cambiato, tant’è che si era arrivati ad avere 12 aziende di noleggio attive (di recente ridotti a tre). Un numero che fa molto riflettere sulla rilevanza economica di una decisione come quella al voto.

Il motivo per volere un mezzo come questo è legato alla velocità di spostamento laddove vi è traffico, la possibilità di utilizzare le piste ciclabili e così via. Tant’è che una ricerca di McKinsey mostra come il 70% delle persone si dicono interessate a mezzi di micro-mobilità di questo tipo . Da considerare, poi, la questione ecologica: si tratta di mezzi che non impiegano carburante, ma che si muovono grazie all’energia elettrica conservata in una batteria (un po’ come altri veicoli per la mobilità urbana, è il caso anche dei pattini a rotelle elettrici). C’è comunque da considerare che l’elettricità è spesso ricavata attraverso fonti non rinnovabili, o quantomeno lo è in Italia (la Francia si affida per il 68% al nucleare, con tutta la questione etica annessa).

Col passare del tempo si sono sviluppate una serie di controversie sull’effetto dei monopattini sulla vita delle persone. Alcuni li apprezzavano, altri sono arrivati a detestarli. Buona parte delle ragioni per cui questi mezzi non sono visti di buon occhio sono legate alla sicurezza: sarebbero rischiosi per i pedoni e gli altri veicoli, e spesso coloro che li usano non indossano le protezioni per tutelare anche sé stessi. Questo è un pensiero che è valido per la Francia – lo pensa persino la sindaca di Parigi Anne Hidalgo – così come per il Belpaese.

In Italia, per precisione, nel 2021 sono stati contati 2101 incidenti che hanno coinvolto monopattini elettrici (dati ACI-Istat).

Il caso Francia e i precedenti in Europa

Per quanto riguarda i nostri vicini di casa, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’aumento degli incidenti con i monopattini elettrici nell’ultimo anno. Altri fattori determinati soprattutto l’incuria di chi li usa, che spesso li parcheggia in modo scorretto o li getta persino nella Senna (cosa non rara anche in Italia, comunque). Una questione non da poco in ogni caso: al momento ci sono 15mila monopattini solo a Parigi. E si parla soltanto dello sharing, ovvero di quelli in condivisione attraverso piattaforme di noleggio a breve termine: ci sono infatti anche mezzi privati, che vengono scelti da coloro che li usano con molta più assiduità.

Non si tratta, però, di un caso isolato. Già lo scorso ottobre, infatti, in un distretto di Bruxelles, Uccle, i monopattini avevano ricevuto un divieto di parcheggio temporaneo. A Oslo ed Helsinki, invece, non si possono più utilizzare la notte. A Stoccolma, invece, il numero di mezzi è stato dimezzato e le aziende che agiscono sul territorio ridotte a loro volta.

La situazione in Italia

Anche in Italia si sono susseguite una serie di politiche per regolamentare i monopattini. Al momento il limite imposto dalla legge è quello di 20 km/h, ma in tempi più recenti si è parlato di inasprire ulteriormente le leggi.

Dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si sente parlare della creazione di un nuovo Codice della Strada che includa l’interruzione delle vendite dei monopattini più veloci del limite“per portare più sicurezza sulle strade. Insieme ad un controllo sulla velocità, sono in corso approfondimenti sui temi del casco, dell’immatricolazione e della targa. La sicurezza viene prima del business”.

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