Roma, 13/05/2024
Roma, 13/05/2024

Mobilità e qualità dell’aria. Lo studio di Kyoto Club mostra che c’è ancora tanto da fare nelle città italiane

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Nello studio che incrocia trasporti e qualità dell’aria la situazione dell’Italia resta stabile in senso negativo, mentre si fa breccia una forte necessità di migliorare le soluzioni di mobilità, disincentivando la mobilità privata a favore di un trasporto pubblico efficiente, in vista degli obiettivi climatici

“Kyoto Club e l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA) presentano MobilitAria 2023 proprio mentre assistiamo alla tragedia in Emilia-Romagna”: è così che Francesco Ferrante, il vicepresidente di Kyoto Club, introduce il rapporto sulla mobilità e la qualità dell’aria nelle 14 città metropolitane italiane. Al suo interno le analisi svolte dagli istituti per capire quale sia la fotografia del nostro Paese per l’anno appena passato, in un mondo che sempre ci ricorda perché bisogna prestare attenzione a questi dati.

Il Rapporto è disponibile qui.

L’importanza di agire presto

La situazione in Emilia-Romagna “ci impone di accelerare per invertire la tendenza in atto sulla crisi climatica – continua Ferrante Questi eventi climatici estremi, sempre più frequenti nel nostro Paese, ci fanno comprendere quanto sia urgente avviare una transizione energetica verso zero emissioni attuando i PUMS ed i piani di adattamento”.

Trasporto pubblico che stenta a riprendersi dopo il covid, eccessivo ricorso ai mezzi privati per gli spostamenti urbani e inquinamento: è questo il quadro complessivo che emerge dai dati di MobilitAria, e da questi bisognerà ripartire per riflettere su come affrontare i prossimi anni. E il tutto mentre, in questi giorni, dalla pianura padana – una posizione condivisa dai Presidenti delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna – viene inviato un manifesto contro gli obiettivi “irrealistici” della direttiva della Commissione europea su più alti standard di qualità dell’aria (Air Quality Initiative) da realizzarsi nei prossimi otto anni, come riporta Key4biz.

Cosa si trova nel documento

Lo studio affronta i temi proposti con diversi livelli di analisi. Anzitutto offre un’analisi della situazione attuale, città per città, dei trasporti e dei tassi di inquinamento sulla base dei dati già presenti. Poi formula delle proposte di soluzioni di mobilità sostenibile e per la decarbonizzazione.

È poi presente una riflessione sulla Direttiva europea sulla qualità dell’aria e su quanto ciascuna città sia lontana o meno dal raggiungimento degli obiettivi prefissati. Il rapporto MobilitAria prende inoltre in considerazione i Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (PUMS) per comprendere quali saranno i prossimi passaggi attuati da ciascuna amministrazione. Infine, sono presenti anche cinque approfondimenti: uno sulle 9 città impegnate per il net zero entro il 2030, un altro sul tema della mobilità a zero emissioni in UE, un altro sulle strategie per la transizione ecologica delle città, poi sulle “Città 30” in generale e su Milano Città 30.

Quanto sono inquinate le città

Per quanto riguarda l’aspetto dell’inquinamento dell’aria, le città sono ancora lontane dalle soglie individuate dalla direttiva europea e quelle raccomandate dall’OMS. Cinque località del Sud vedono i valori delle concentrazioni di PM10 in discesa, per sei al Nord sono in salita mentre Napoli e Roma non cambiano nei propri livelli. Per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), i valori sono aumentati in tutte le località.

Caso particolare Reggio Calabria, che sembrerebbe essere l’unica città con valori già sotto quelli limite sia per NO2 che per PM2,5 e PM10. Per quanto riguarda i primi si trova in buone condizioni anche Cagliari, mentre per il PM10 è in buone condizioni Genova. In alcune città come Torino, Milano, Cagliari e Venezia si supera più di 35 volte il limite giornaliero del PM10 nell’arco di un anno.

Questi agenti inquinanti in buona parte sono causati dai trasporti. Per quanto riguarda le 9 città che vogliono raggiungere la decarbonizzazione entro il 2030, si parla del 23,5% dell’inquinamento atmosferico dovuto alla mobilità.

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La tabella con i dati sull’inquinamento atmosferico delle 14 città italiane analizzate nel rapporto Mobilitaria

L’indice che spiega quanto siamo lontani dagli obiettivi al 2030

Per fornire un’idea chiara di quale sia la situazione ad oggi, nel rapporto MobilitAria i due istituti hanno scelto di creare un indice che fosse in grado di mostrare quale sia la distanza delle città dagli obiettivi comuni per la decarbonizzazione.

Ciascuna di esse è stata perciò studiata sulla base degli indicatori di trasporto pubblico, mobilità condivisa, mobilità attiva (piedi e bicicletta), ripartizione modale e tasso di motorizzazione. E tenendo in considerazione che tra gli obiettivi al 2030 c’è quello di dimezzare il numero di veicoli in città, far crescere ed elettrificare il TPL, spostarsi verso sistemi più sostenibili e aumentare la mobilità ciclo-pedonale.

Così si è scoperto che Milano è la più vicina ai propri obiettivi con un -32% complessivo, mentre Catania la più lontana (-76%). Il capoluogo lombardo è in pole position per quanto riguarda la sharing mobility, il trasporto pubblico locale e la ripartizione modale, mentre deve ancora migliorare dagli altri punti di vista. Catania, invece, raggiunge il -99% per la mobilità in sharing e -98% per quella attiva. Dei dati sicuramente molto preoccupanti.

Per il resto, la prima metà della classifica è caratterizzata dalla presenza di Firenze, Torino, Venezia, Bologna, Roma e Napoli, in buona posizione soprattutto per la ripartizione modale. Seguono le più sfortunate Cagliari, Genova, Messina, Bari, Palermo e Reggio Calabria.

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Divario rispetto agli obiettivi in ogni città tenuta in considerazione dal rapporto MobilitAria

Quali sono le soluzioni proposte nel rapporto MobilitAria                                                                                             

Nel report sono presenti delle idee per risolvere i problemi ancora presenti nel panorama italiano. Anzitutto il consiglio è quello di cercare di ridurre il più possibile la motorizzazione così che le persone usino i mezzi privati solo per il 35% dei loro spostamenti. Per farlo è anche necessario investire di più e garantire accessibilità al trasporto ferroviario locale, a nuove reti su ferro e sempre più mezzi su gomma elettrici. Ma anche espandere le ciclovie e creare zone a basse emissioni come quelle presenti in città come Londra o aree a 30 km/h.

Alcune proposte riguardano persino la scelta di mezzi più sostenibili anche per servizi di taxi e NCC. Un’altra idea, invece, riguarda le innovazioni per il trasporto merci per renderlo sempre più sostenibile anche attraverso l’impiego di mezzi a pedali per la logistica nelle aree più piccole.

Kyoto Club e il CNR-IIA considerano inoltre importante lo sviluppo di una progettazione urbana da “Città dei 15 minuti” in grado di ridurre traffico e spostamenti attraverso servizi di prossimità e smart working.

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