Roma, 14/05/2024
Roma, 14/05/2024

Fondi PNRR per le colonnine di ricarica, fallisce il bando per le superstrade. Bene quello delle aree urbane

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I fondi del PNRR per realizzare colonnine di ricarica nel nostro territorio non sono stati assegnati per la parte relativa agli impianti nelle superstrade. Ecco perché questo bando – al contrario di quello sulle colonnine urbane – è stato un flop, e la reazione del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica

Tanto tuonò che alla fine piovve: le preoccupazioni sui bandi del PNRR riguardanti le colonnine di ricarica si sono trasformate in realtà. All’interno di un investimento globale di 713 milioni di euro erano state sbloccate risorse pari a 270 milioni per installare 6.500 punti di ricarica. Per la precisione, 127 milioni per le infrastrutture (4.700) nelle aree urbane, e i restanti 150 milioni (2.500 punti di ricarica veloce) nelle superstrade.

Fondi PNRR colonnine di ricarica, naufraga il bando per le superstrade

Ebbene, questi ultimi fondi, a differenza di quelli destinati alle città, non sono stati assegnati. Già negli scorsi mesi c’era stata un bel po’ di apprensione sui tempi per preparare i bandi (complice anche la staffetta tra il governo Draghi e quello Meloni, e la riorganizzazione della cabina di regia del PNRR), a cui seguirono comunque le rassicurazioni e i chiarimenti da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Eppure alla fine il bicchiere è mezzo vuoto, o mezzo pieno a seconda dei punti di vista. Il primo bando emesso ha avuto come risultato il fatto che 150 milioni messi a disposizione dall’UE non saranno, per ora, usati. Si manifesta così uno dei grandi timori che ha accompagnato e accompagna tutt’ora il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ovvero l’incapacità di spendere le ingenti risorse disponibili.

Qualche falla anche nel bando per le aree urbane

Tra l’altro, le cose non sono andate proprio benissimo anche con il bando delle aree urbane. Se è vero che i fondi sono stati allocati alle aziende beneficiare (con un contributo a fondo perduto del 40% per la realizzazione delle infrastrutture), è anche vero che regioni come Calabria, Sardegna e parte della Sicilia non avranno impianti per i prossimi dodici mesi.

Ma dal MASE rassicurano: obiettivo centrato per le aree urbane, i fondi per le superstrade verranno riassegnati

Dal MASE fanno sapere comunque che c’è stata una alta partecipazione nel bando per i centri urbani, con la selezione di 4.178 progetti ed un importo di 70 milioni di euro totali. Superata di poco, ma comunque superata, l’asticella delle 4.000 colonnine fissato per il primo bando.

Ma torniamo a quello per le superstrade. In questo caso dal MASE riportano dei problemi riguardanti le poche manifestazioni d’interesse per progetti presentate dalle aziende di settore. E non solo: a quanto pare non sono stati superati i requisiti di ammissibilità. Da parte delle aziende invece si sono sollevate critiche nei confronti di questi ultimi, con paletti dal punto di vista burocratico e tecnico che non sono stati apprezzati. In particolare, regioni come Trentino, Veneto, Campania e Friuli Venezia Giulia hanno presentato progetti per il bando superstradale, restando però con un pugno di mosche in mano.

Il Ministero dell’Ambiente intanto ha rassicurato sul fatto che dall’UE possano esserci i margini per non perdere i fondi non assegnati e poterli riutilizzare in futuro. Per la precisione, entro il 2024. E nel frattempo si studiano i motivi per cui il bando delle superstrade non è andato in porto, sia per una partecipazione molto scarsa che per le fallacie nelle proposte ricevute. Nel prossimo futuro si attendono altri bandi per raggiungere l’obiettivo di 21.000 colonnine di ricariche piazzate su tutto il territorio nazionale entro giugno 2026.

Possibili soluzioni?

Francesco Naso, segretario di Motus-E, a tal proposito ha commentato: “C’è il problema degli impianti sulle superstrade. Su quella parte ci aspettavamo un risultato del genere. È andata meglio per quanto riguarda i centri urbani. Ma è chiaro che vanno rivisti i criteri per i prossimi bandi per evitare che una parte delle risorse non venga assegnata. Sarebbe un peccato”.

L’associazione che riunisce aziende, operatori economici e mondo accademico per incoraggiare la mobilità elettrica suggerisce al MASE di limare dettagli sul numero minimo di colonnine, ambiti d’uso e lotti per cercare di venire incontro alle esigenze dei soggetti interessati. Il ministero comunica che a breve sarà convocato un tavolo con gli operatori, per riformulare il bando in modo che vada maggiormente incontro alle richieste del mercato.

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