Roma, 14/12/2024
Roma, 14/12/2024

Amogy sta sviluppando il primo semirimorchio al mondo con l’ammoniaca come combustibile

11

Dopo il drone ed il trattore, Amogy fa un ulteriore passo avanti con i veicoli che sfruttano l’ammoniaca come combustibile: la start-up è infatti attualmente al lavoro su un semirimorchio

Su queste pagine abbiamo parlato dei progetti per sfruttare l’ammoniaca (ed in particolare l’ammoniaca anidra, più efficace e con minori costi) come forma di alimentazione alternativa per i veicoli, segnatamente quelli agricoli, nonché come mezzo per il trasporto dell’idrogeno, separando il composto dell’elemento alla fine del percorso di spostamento.

E torniamo quindi a parlare di Amogy, start-up fondata da un gruppo di laureati del MIT e già ideatrice del trattore ad ammoniaca di cui abbiamo parlato la scorsa estate, e che più si sta spendendo in questa particolare branca della mobilità sostenibile. Riportiamo il passo successivo partorito da Amogy, ovvero un camion semirimorchio che utilizza proprio l’ammoniaca come combustibile.

La questione dei mezzi pesanti: come renderli sostenibili?

Se è vero infatti che i macchinari agricoli hanno il loro impatto dal punto di vista delle emissioni, lo stesso si può dire dei veicoli pesanti, che pur rappresentando l’1% dei mezzi circolanti sulle strade generano il 25% delle emissioni globali.

Dal momento che implementare l’elettrico non è così scontato, visti i tempi di ricarica richiesti dalle batterie agli ioni di litio per mezzi così prestanti e che viaggiano per lunghe tratte (anche se ricordiamo che sul fronte stesso delle batterie si stanno facendo molti passi avanti, grazie anche ad innovazioni come gli accumulatori di tipo solido), è anche vero che per quanto riguarda l’idrogeno – realtà molto più vicina e concreta di quanto si pensi per i mezzi pesanti – da una parte esso offre vantaggi in termini di rifornimento rispetto all’elettrico, ma dall’altra saranno ancora necessarie delle infrastrutture ad hoc di ricarica, oltre a sistemi particolari per il trasporto e lo stoccaggio dello stesso elemento, compresso in forma di gas o presente allo stato liquido tramite raffreddamento criogenico (in attesa che l’ammoniaca che abbiamo citato all’inizio possa diventare una realtà).

Come funziona il sistema di alimentazione ad ammoniaca

Amogy ha quindi studiato una terza via per il proprio camion dopo i primi test per alimentare un drone ed il trattore che abbiamo citato. Il semirimorchio infatti utilizza l’ammoniaca come combustibile tramite un sistema che scinde il composto in azoto ed idrogeno, con quest’ultimo spinto in una cella a combustibile generando elettricità ed energia. Insomma, è come avere un veicolo ad idrogeno, solo per vie alternative.

L’ammoniaca ha come vantaggio una notevole densità energetica, considerata tre volte superiore all’idrogeno compresso, e a temperatura ambiente si presenta allo stato liquido, rendendo, come accennato, più facile lo stoccaggio ed il trasporto. Non solo, secondo Seonghoon Woo, amministratore delegato di Amogy, “al di là della sua incredibile densità energetica e del suo stato liquido a temperatura ambiente, l’ammoniaca è un combustibile ottimale per ottenere una rapida decarbonizzazione dei trasporti pesanti perché è disponibile a livello globale con una infrastruttura già a disposizione”.

Le previsioni sulle perfomance del semirimorchio di Amogy

Secondo Amogy il loro camion, il primo al mondo dotato di questo tipo di alimentazione, può essere rifornito totalmente in soli otto minuti, garantendosi un immagazzinamento di 900 kWh di energia elettrica. Al momento, però, la start-up con base a Brooklyn non ha fornito dettagli riguardo l’autonomia o le prestazioni del semirimorchio, ma in questi giorni dovrebbero essersi tenuti test “su vasta scala”.

L’unico aspetto critico sul fronte delle emissioni riguarda non tanto il veicolo in azione, quanto il processo a monte per la produzione di ammoniaca, che genera CO2: l’alternativa è basarsi sulla cosiddetta ammoniaca verde affinché il camion possa dirsi veramente a zero emissioni.

Tra i partner di Amogy anche Aramco

Nel frattempo Amogy va dritta per la propria strada, puntando a svelare il suo semirimorchio entro quest’anno e proseguire nello sviluppo per rendere il mezzo adatto alle spedizioni globali. In tutto ciò, la start-up può contare su partner d’eccezione, come il colosso petrolifero saudita Aramco.

Ahmad Al-Khowaiter, Chief Technology Officer della compagnia, ha spiegato, come riporta CNBC: “L’ammoniaca apre davvero nuovi mercati per l’idrogeno come vettore a basse emissioni di carbonio, e su di essa scommettiamo. Sarà un mercato in crescita in un mondo che cerca di liberarsi dalla dipendenza dal carbonio. Tali prodotti avranno più valore e si amplieranno mercato e domanda, quindi consideriamo tutto ciò molto positivo dal punto di vista dei nostri azionisti”. Ad oggi, Amogy ha raccolto dai suoi partner ed investitori 70 milioni di dollari.

Related Posts