Roma, 19/04/2024
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Nuove tecnologie di ricarica di veicoli elettrici, dalla diagnostica batteria al design urbano

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Le prospettive per le nuove colonnine di ricarica sono diverse: dalla cura dell’auto attraverso analisi dello stato della batteria a quella ambientale dei luoghi in cui si trovano

Colonnine di ricarica che, una volta collegata la macchina, eseguono la diagnosi dello stato della batteria, e ancora, stazioni disegnate per integrarsi perfettamente nel contesto urbano. Sono queste le prospettive per il futuro delle tecnologie di ricarica dei veicoli elettrici. Idee che puntano a trasformare questi nuovi pezzi di panorama cittadino in qualcosa di sempre più utile e bello.

La cura della propria macchina passa dalla colonnina di ricarica

Come per una stazione di servizio, in cui si può chiedere di verificare lo stato dell’olio, delle gomme o del motore, la colonnina di ricarica diventa un altro strumento per informarsi sulle condizioni del proprio veicolo. È l’idea della sudcoreana SK Innovation, che con una collaborazione di SK On e SK Signet intende realizzare delle nuove colonnine di ricarica che siano in grado di fornire informazioni al guidatore sulle condizioni della batteria.

Si tratta di uno strumento utile non solo per essere coscienti di eventuali interventi da effettuare sull’automobile, ma anche in caso si voglia rivendere il proprio veicolo: un acquirente, infatti, sarà felice di avere informazioni esaustive sull’auto che sta valutando.

Solitamente per capire le prestazioni di una batteria vengono utilizzati dei dispositivi collegati ad un tipo di presa che si chiama OBD, quella che viene generalmente utilizzata dai meccanici per individuare eventuali codici di errore e problemi al sistema elettronico dell’auto. Questi possiedono dei software che permettono di capire anche quanto una batteria sia prestante e quanto invece no.

Con questo genere di servizio, invece, la colonnina di ricarica può rendere molto più accessibile questo genere di controllo sulla batteria, facilitando la cura del mezzo. Probabilmente SK Innovation la introdurrà a partire del prossimo anno.

Consisterà in una schermata che, una volta collegata la vettura a una colonnina, mostrerà l’analisi BaaS (Battery as a service, “batteria come servizio”) sulle condizioni della batteria. La diagnosi, però, richiederà circa 30 minuti di attesa per le colonnine a corrente continua da 50 kW, mentre sarà più veloce per potenze più alte. Ma si saprà di più a Las Vegas, dove il prossimo anno il prodotto sarà portato a uno dei più importanti eventi di tecnologia, il cosiddetto CES (Consumer Electronics Show).

Come la ricarica diventa un’opera d’arte

Non si può dire che la caratteristica principale di una colonnina di ricarica sia un aspetto di particolare design. È una sorta di palo della luce che sbuca dal marciapiede, e spesso aggiunge grigiore a strade che sono già tristi di loro. Anche per questo sempre più progetti puntano a coniugare bellezza e utilità, in modo tale da rendere il paesaggio urbano sempre più sostenibile anche a parte dall’aspetto dell’ambiente.

Alcuni esempi? La proposta di Enel X in collaborazione con JuiceLamp, per creare dei punti di ricarica che contribuiscano all’illuminazione pubblica. Una soluzione in diverse forme, colori e altezze, che si adatta a diversi contesti ed ha perciò molto da offrire.

In tema made in Italy c’è anche la proposta del designer Umberto Palermo, che ha creato una colonnina artistica per ogni grande città italiana. Tutte proposte al Salone Nautico di Venezia, si tratta di idee che vogliono “dialogare con la paesaggistica, rispettare le caratteristiche estetiche delle città – ha spiegato – non vorrei che le colonnine diventassero oggetto di disturbo urbano”. Sempre italiana è la proposta della padovana Silla, che ha ideato la colonnina di ricarica Prism, tutta ispirata dai poliedri.

La britannica Simpson & Partners, invece, si è inventata delle wallbox che ha indicato come “charger solari per veicoli elettrici di alta qualità, che siano gradevoli sulle facciate delle case, ma anche affidabili, semplici da usare, costruite per durare nel tempo”. La loro dimensione è particolarmente comoda e non occupa troppo spazio: sono grandi quanto un foglio A4 e si possono scegliere fino a 100 colori.

Un’altra proposta accattivante e molto simpatica è quella del riciclo dei telefoni stradali. È l’idea della belga Proximus, che ha inizialmente puntato ad inserire i propri prodotti nelle Fiandre.

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