Roma, 15/05/2024
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Pneumatici senza aria Michelin, a che punto è la rivoluzione sostenibile e senza forature

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Michelin prosegue nello sviluppo degli innovativi pneumatici senza aria, adatti ai nuovi veicoli elettrici ed autonomi. I vantaggi e dove sono già stati testati

Torniamo a parlare degli pneumatici senza aria, innovazione studiata da Michelin (e non solo, come vedremo). Una tecnologia che secondo l’azienda tra le leader del settore potrebbe rappresentare lo stato dell’arte della futura mobilità. E questo grazie alle caratteristiche di efficienza produttiva, praticità e sostenibilità.

Le caratteristiche degli Uptis, gli pneumatici senza aria Michelin

Secondo Cyrille Roget, direttore della comunicazione tecnica e scientifica di Michelin, attualmente il 20% di tutte le gomme per veicoli diventa inutilizzabile prima del previsto a causa dei danni al battistrada (tipo una foratura) o ai fianchi. La tecnologia airless previene una ecatombe di circa 320 milioni di pneumatici che concludono prematuramente il loro ciclo di vita ogni anno.

Con la gamma Uptis (così si chiama il prodotto senza aria, acronimo di Unique Puncture-proof Tyre System) la gomma (che incorpora materiali come la fibra di vetro) presenta al suo interno non la tradizionale camera d’aria, ma una struttura a raggiera di lamelle in gomma rinforzata. Esse compongono una tessitura intrecciata, che svolge un duplice scopo: permette allo pneumatico di deformarsi assorbendo gli urti e le asperità e al tempo stesso scarica a terra il peso della vettura.

Efficienza e sostenibilità degli Uptis Michelin

Questo permette agli Uptis la capacità di rispondere a sollecitazioni del terreno anche estreme, evitando forature o danni. Il tutto con una manutenzione decisamente minore rispetto alle controparti che usiamo tutti i giorni. E che consente di allungare il ciclo di vita dello pneumatico e di rafforzare la sua sostenibilità ambientale. In passato abbiamo parlato di un test svolto dalla stessa Michelin dove queste gomme airless hanno superato con successo la prova su strada, percorrendo ad una velocità di 210 km/h.

Gli Uptis quindi sembrano pneumatici efficienti, anche per il fatto che richiedono meno materiale in fase di produzione. Pur pesando un po’ di più rispetto a quelli dotati di camera d’aria, non richiedono inoltre manutenzioni particolari e quindi kit di riparazione, dispositivi per misurare la pressione, cric o martinetti.

I primi utilizzi degli pneumatici senza aria Michelin

E secondo Michelin la tecnologia airless potrebbe rappresentare il perfetto complemento per le vetture elettriche e altre innovazioni nella mobilità, come i robotaxi ed altri veicoli autonomi. Intanto gli Uptis hanno fatto il loro primo debutto con le flotte (all’incirca 50 veicoli per ciascun servizio) di DHL Express a Singapore e di La Poste, servizio postale in Francia. Ciò è utile come test per raccogliere i dati su questi pneumatici, ancora in fase prototipale ed inizialmente previsti per il mercato quest’anno. Quindi per ora non sono pronti per l’uso su strada.

Roget, come riporta Green Car Reports, ha difatti spiegato: “La tecnologia airless è completamente nuova in termini di design, produzione ed omologazione, quindi dobbiamo capire ogni dettaglio. Ed è per questo che stiamo sfruttando un biennio di test con DHL e Le Poste fino alla fine del 2025“. Da Michelin hanno fatto inoltre sapere che è in fase di trattativa la possibilità di testare gli Uptis con le Tesla.

Gli altri prototipi: i-Flex di Hankook

Ma come abbiamo anticipato, altri colossi degli pneumatici stanno lavorando su un futuro senza aria. Se è vero che Michelin ci tiene a sottolineare di essere l’unica a sfruttare una gomma airless “su strade aperte in condizioni reali come parte di contratti commerciali”, diverse realtà si stanno muovendo sulla falsariga. Ad esempio Hankook con il suo i-Flex presentato nel 2022, che al suo interno ha una struttura a nido d’ape anziché a raggiera. Un “design biomimetico” ispirato alle strutture cellulari, che assorbe gli urti e impedisce il rischio derivato dalle forature. Anche Bridgestone ha sviluppato dei prototipi, così come Goodyear.

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