Roma, 08/10/2024
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Trasporto intermodale: alcune soluzioni in Italia

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Muoversi su un solo mezzo è comodo, ma spesso non è possibile. L’intermodalità dai treni agli aerei, fino alla micromobilità: il trasporto intermodale è un elemento chiave della sostenibilità. Ecco qualche esempio italiano

Prendere impegni a livello nazionale firmando accordi e stanziando fondi è una cosa. Ma le amministrazioni locali rispondono a meccanismi diversi, e per questo motivo hanno deciso di impegnarsi creando una propria voce, Urban7, all’interno del G7. Ed è proprio all’interno dei comuni che spesso si trovano i progetti che più cambiano il modo di vivere il tessuto urbano. Un esempio è Palermo, dove è stato siglato un accordo per promuovere l’integrazione tra trasporto pubblico e micro-mobilità elettrica. Si tratta di un esempio di mobilità multimodale, sulla quale bisognerà puntare sempre di più per il futuro.

In cosa consiste l’intermodalità nei trasporti

Quando si parla di trasporto intermodale ci si riferisce all’uso di diversi tipi di mezzi per spostare merci o passeggeri. L’idea è quella di combinare diverse modalità di trasporto (su gomma, rotaia, acqua, aria) in modo efficiente per raggiungere una destinazione finale.

Ad esempio, le merci possono essere trasportate da un camion alla stazione ferroviaria, dove vengono caricate su un treno per il trasporto a lunga distanza. Poi viene usato un altro camion per la consegna finale al destinatario. Un approccio vantaggioso da diversi punti di vista: più efficienza nella gestione dei carichi, riduzione dei costi di trasporto e minore impronta ambientale. Inoltre, l’intermodalità può aiutare a ridurre la congestione del traffico su strada.

Lo stesso vale per il trasporto di persone. Ad esempio, se si preferisce il trasporto pubblico locale o lo sharing all’auto privata per raggiungere la stazione dei treni si evita di perdere tempo nella ricerca del parcheggio, si inquina meno e si crea meno traffico.

L’importanza dei progetti per realizzarla: il caso Palermo

Tutto questo, però, non è possibile a meno che non vengano offerti servizi di mobilità che lo rendano realizzabile. La chiave di tutto questo discorso, infatti, sta nel fatto che bisogna che vi siano delle opzioni accessibili, efficienti e, dunque, affidabili.

Per questo di recente Link – che opera nel settore dello sharing di monopattini elettrici – e Amat Palermo hanno siglato un accordo. Chi ha un abbonamento al trasporto pubblico locale palermitano (autobus e tram), dunque, avrà uno sconto del 30% sulle corse Link. Viceversa, chi usa abitualmente i monopattini avrà uno sconto sugli abbonamenti Amat. “Come Amat siamo convinti che i monopattini facciano parte dell’ecosistema della mobilità urbana – ha spiegato il direttore generale dell’azienda Domenico Caminiti e speriamo che questa sinergia possa incentivare il ricorso a spostamenti sempre più sostenibili”.

Questo tipo di progetti si chiamano anche “primo” o “ultimo miglio”, proprio perché mirano a “coprire” in modo alternativo quei tratti di strada che portano alle fermate del TPL. “Oltre all’incentivo economico – ha assicurato il senior public affairs & business development manager di Link, Matteo Ribaldi garantiremo la presenza dei nostri mezzi presso le principali fermate e snodi del trasporto pubblico in un’ottica di maggiore estensione e capillarità del nostro servizio in città”.

Trenitalia e Italo, la fortuna di essere grandi

Proposte di questo tipo, che appunto vanno a puntare sull’ultimo miglio, sono già presenti sul mercato nazionale da diverso tempo. Tutto grazie a Italo e Trenitalia, che propongono ai propri clienti opportunità di acquisto a prezzo scontato di corse di mezzi in sharing.

È il caso, ad esempio, di Italo e Mimoto di Helbiz, così come di Trenitalia e Tier. Questa, d’altronde, è la fortuna di essere grandi: andare da qualsiasi altro operatore del mercato e difficilmente ricevere un “no” alla proposta di collaborazione. Menomale, allora, che i grandi del mondo del trasporto su rotaia, il più ecologico, ragionano così. “Il treno è il mezzo sostenibile per eccellenza – ha spiegato Pietro Diamantini, direttore business Alta Velocità di Trenitalia se uniamo al viaggio sulle Frecce anche la micromobilità elettrica, possiamo realizzare una autentica mobilità sostenibile”.

La partnership con ITA Airways: il check-in arriva in stazione

Proprio sull’ondata dei grandi che decidono di unire le forze, di recente è stato presentato un progetto sul trasporto intermodale unico nel suo genere. Si chiama FCO Connect, ed è stato promosso dalla società Aeroporti di Roma, ITA Airways e Trenitalia.

Coloro che prenderanno un volo ITA Airways con partenza da Roma Fiumicino e che per arrivarci utilizzeranno il treno (Frecciarossa o Leonardo Express) potranno scegliere di fare il check-in internazionale e intercontinentale (tranne che per USA e Israele) direttamente nella stazione di Fiumicino aeroporto.

Un esperimento che durerà tutta l’estate, e che punta a integrare sempre di più diversi modi per spostarsi così da rendere sempre più semplice scegliere l’opzione più sostenibile per il viaggiatore.

Pensare l’intermodalità in senso “lato”

C’è poi un caso che va tenuto in considerazione per la sua peculiarità. A Genova, infatti, il trasporto intermodale è concepito come qualcosa di ampio, e va a toccare persino aspetti della mobilità che non potremmo dire scontati. Secondo AMT, l’impresa che gestisce il trasporto pubblico del capoluogo ligure, la sua concezione multimodale del trasporto “comprende autobus, filobus, metropolitana, funicolari, ferrovia a cremagliera, ascensori e una linea veloce via mare, utilizzabili tutti con gli stessi titoli di viaggio per una integrazione totale tra le diverse modalità”.

Questo vuol dire inserire nello stesso contesto di mobilità urbana più di 1000 km di autobus della rete genovese (140 linee normali, servizi a chiamata come Drinbus e Taxibus, 17 servizi integrativi con minibus), pullman per l’aeroporto, funicolari, ferrovia a cremagliera, 15 ascensori (di cui molti d’epoca), metropolitana, Navebus tra i quartieri più periferici sulla costa e ferrovie speciali.

A volte basta poco per creare proprio quel sistema di possibilità di scelta di cui si è parlato: in questo caso, è stato sufficiente un biglietto unico.

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