Il PNRR produce i primi effetti nella mobilità ferroviaria: la Sardegna è una delle beneficiarie dei fondi stanziati per i primi treni a idrogeno, con la realizzazione anche di nuove tratte e impianti di produzione di idrogeno verde
Uno degli ambiti del PNRR riguarda la mobilità ad idrogeno, con un capitolo di spesa nel piano che riguarda fondi per l’utilizzo nel trasporto ferroviario. Lo scorso luglio fu emanato il primo decreto, seguito poi da un ulteriore provvedimento a novembre: infine, a marzo 2023 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il decreto dirigenziale n.144 del 31/03/2023, ha assegnato e ripartito le risorse.
Risorse che ammontano globalmente a 300 milioni di euro, e che come abbiamo anticipato mirano alla sperimentazione dell’idrogeno nel mondo ferroviario. Ciò significa treni che utilizzano questa particolare fonte di energia, oltre alla realizzazione di impianti di produzione, stoccaggio e rifornimento. Nel primo caso sono stati sbloccati 24 milioni per l’acquisizione dei convogli, mentre nel secondo la quota ammonta a 276 milioni di euro.
Treni a idrogeno, l’ARST in Sardegna si aggiudica i primi convogli: i collegamenti
Tra le regioni che hanno beneficiato dello stanziamento anche la Sardegna. L’Azienda Regionale Sarda Trasporti (ARST) ha ottenuto l’aggiudicazione della gara per la fornitura dei primi sei treni. I collegamenti saranno tra Alghero e Sassari/Sorso, e da Alghero all’Aeroporto di Fertilia Riviera del Corallo.
Con uno stanziamento dal fondo complementare di circa 78 milioni di euro verranno quindi acquistati dei convogli prodotti da Stadler Rail. Essi saranno lunghi 50 metri e che potranno ospitare sino a 170 passeggeri. I convogli potranno toccare i 100 km/h, e saranno consegnati entro dicembre 2026.
Sarà realizzato anche un impianto di produzione di idrogeno verde
Oltre ai mezzi, il progetto punterà anche a realizzare un impianto di produzione di idrogeno verde, oltre alla creazione di una nuova tratta ferroviaria di circa 7 km tra Mamuntanas (area che assieme a Surigheddu attende da anni un rilancio ed una valorizzazione) e lo scalo di Alghero (e intanto nella città catalana sono entrati di recente in servizio i primi quattro autobus elettrici: entro il 2024 seguiranno i prossimi per rinnovare il parco mezzi). A breve l’aggiudicazione dei lavori, già banditi.
Oltre alla Sardegna, gli stanziamenti del PNRR per i treni ad idrogeno hanno riguardato anche Lombardia, Puglia, Campania, Calabria e la Gestione Governativa della Ferrovia Circumetnea.
L’idrogeno è il futuro della mobilità ferroviaria (anche in Europa)
Si muove così la macchina del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sul versante dell’innovazione in chiave verde dei trasporti pubblici e delle infrastrutture. Tra l’altro, l’idrogeno nella mobilità ferroviaria è una soluzione già intrapresa all’estero, con l’immancabile Cina che non si è lasciata sfuggire l’occasione. Parliamo ad esempio del convoglio frutto della collaborazione tra CRRC Changchun Railway Co e Chengdu Rail Transit presentato ad inizio anno a Chengdu. Il treno sfrutta energia elettrica generata da una reazione elettrochimica dentro la cella di combustione tra idrogeno ed ossigeno, producendo come scarto acqua.
E se la Cina proseguirà su questi binari (è il caso di dirlo) anche con la produzione in proprio dell’idrogeno con la nascita di stazioni di rifornimento,l’Europa non sta a guardare. In Germania si sta muovendo la Alstrom, con un parco di 14 treni già presenti. L’obiettivo però è quello di produrre idrogeno da fonti pulite e rinnovabili, per rendere il processo e i trasporti davvero sostenibili. Passare quindi dall’idrogeno cosiddetto blu, che non produce emissioni nel suo utilizzo finale ma che viene creato da fonti fossili, a quello verde, che invece è la forma più pulita, sintetizzato da rinnovabili a seguito di processi di elettrolisi, producendo energia e vapore acqueo.