Roma, 15/05/2024
Roma, 15/05/2024

Materie prime critiche: il PNRR e una miniera di litio portoghese

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Il via libera sull’impatto ambientale dell’autorità portoghese sulla realizzazione di una miniera di litio in Portogallo e gli intenti del governo italiano per lo spostamento dei fondi PNRR sulle materie prime critiche

La corsa alle materie prime necessarie all’attuale transizione elettrica dell’industria automotive diventa ancora più urgente anche (ma non solo) per l’aumento di richiesta di veicoli elettrici. Le batterie a ioni di litio (LFP) rimarranno probabilmente quelle più diffuse nei prossimi anni – pur con gli sviluppi in corso delle batterie allo stato solido ed altre composizioni al sodio e all’ossigeno.

Spostare i fondi PNRR sulle materie prime per veicoli elettrici

Dopo essersi già espresso sulla necessità di una strategia politica ed industriale a livello europeo per l’approvvigionamento di materie prime, il ministro per il Made in Italy Adolfo Urso ha rincarato la necessità di garantire all’Unione europea una autonomia reale sulle materie prime, evitando una “subordinazione alle fonti fossili dalla Russia a una ancora peggiore subordinazione alle materie prime dalla Cina“.

Le materie prime critiche saranno necessarie per “la nuova era industriale ecologica e digitale” ha aggiunto il ministro. Il litio, inserito tra i Critical Raw Materials dalla Commissione europea, viene utilizzato in vari settori, ma secondo dati 2021 il suo consumo è associato per il 74% alla produzione di batterie per l’alimentazione di veicoli elettrici (BEV).

Le previsioni della domanda di litio sono di 1,5 milioni di tonnellate di litio carbonato equivalente (LCE) – necessario alla creazione del catodo – entro il 2025. Un mercato che, nel 2030 potrebbe superare le 3 milioni di tonnellate. In Europa, le stime sono che “da qui al 2030 il fabbisogno di materie prime critiche necessarie per la tecnologia digitale aumenterà di 4 o 5 volte rispetto ad oggi”.

In sede di rinegoziazione, il ministro sottolinea infine l’intento di “spostare risorse da capitoli e da obiettivi che difficilmente potranno essere raggiunti da qui al 2026, a capitoli che servono di più a sostenere la transizione ecologica e digitale, e soprattutto che siano realizzabili davvero in un tempo così ristretto come quello che imporne il PNRR”.

La miniera d’oro bianco portoghese

Tra l’America Latina (con il Cile in fase di semi-nazionalizzazione della produzione) e la Cina, che detengono il 90% delle risorse globali – emergono anche altri attori nella corsa al litio: con le promesse di un giacimento in Svezia e anche di uno vicino Roma, ora è il Portogallo a farsi avanti per inserirsi nella sua produzione.

Il Portogallo, particolarmente ricco di oro bianco, è già il maggiore produttore europeo ma esclusivamente nel settore delle ceramiche; solo recentemente si prepara alla produzione della materia prima necessaria all’utilizzo nelle batterie di veicoli elettrici e dispositivi elettronici.

L’agenzia portoghese per la tutela dell’ambiente (APA) ha autorizzato quella che potrebbe essere la prima miniera di litio su larga scala in Europa.

Il progetto della miniera Barroso, nel nord est del Portogallo (Paese ricco di oro bianco), è stato però “significativamente modificato rispetto alla proposta iniziale, al fine di salvaguardare i suoi aspetti ambientali“, fanno sapere da Savannah Resources, società di litio convenzionale che si occuperà della realizzazione dell’impianto.

Le condizioni dettate dall’APA riguardano ad esempio la protezione dei corsi d’acqua e della biodiversità (limitando la deforestazione in alcuni periodi dell’anno) insieme alla gestione dei rifiuti. Eppure la comunità locale e ambientalista chiede più trasparenza e maggiori vincoli alla realizzazione della stessa, condannando la decisone per il suo impatto ambientale e socio-economico “potenzialmente devastante”.

Un potenziale sostegno, se sostenibile, alla filiera elettrica europea

La miniera, che contribuirebbe 1,2 miliardi al PIL portoghese, sarebbe in grado di fornire un “approvvigionamento di litio locale, a lungo termine e sicuro, di importanza strategica per tutta l’Europa” ha dichiarato il CEO di Savannah Resources, David Archer. L’obiettivo è produrre 200.000 tonnellate di concentrato di spodumene da rocce contenenti litio in grado di alimentare 500.000 auto elettriche all’anno.

L’approvazione arriva dopo tre anni dalla presentazione dell’impatto ambientale condotto dall’azienda e questa decisione permette di procedere con le prossime fasi, come l’ottenimento della licenza già dall’anno prossimo. Savannah Resources si è posta come obiettivo quello di dare inizio alla prima produzione dal 2026, ma ci sono ancora diversi step di approvazione, tra cui una consultazione pubblica, prima di avere il via libera definitivo.

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