Roma, 07/10/2024
Roma, 07/10/2024

Il futuro del settore trasporti: il Consiglio informale dell’UE

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A Stoccolma, nelle due giornate dell’incontro informale tra ministri del Consiglio dell’UE, si è parlato del futuro di energia e trasporti nell’Unione europea, attraverso e-mobility, biocarburanti ed elettro-combustibili

Si è tenuto in questi giorni il Consiglio informale dell’Unione europea (la cui presidenza è ora svedese) che ha visto l’incontro tra i ministri delle telecomunicazioni, dei trasporti e dell’energia degli Stati membri. A Stoccolma, si è parlato del futuro dei settori energia e trasporti, sempre più in connessione tra loro e messi alla prova dalle sfide dettate dai costi e l’approvvigionamento dell’energia.

Punto fondamentale, il mercato elettrico ed il futuro del settore automobilistico, sulla quale è intervenuto il Ministro Matteo Salvini sottolineando la contrarietà del nostro Governo (che si ritroverà venerdì ad esprimere lo stesso dissenso al Coreper I, la riunione dei rappresentanti dei 27 Paesi dell’UE) sui tempi dello stop alla vendita di auto benzina e diesel, di recente approvazione del Parlamento europeo e prevista per il 2035.

Il futuro del settore trasporti: la decarbonizzazione

La misura a favore di una transizione ecologica del continente si inserisce nel quadro Fit For 55 dell’Unione europea che si pone come obiettivo quello di un taglio delle emissioni graduale (55% entro il 2030) fino ad un azzeramento – o neutralità climatica – entro il 2050 per un settore, quello dei trasporti, responsabile di circa il 25% delle emissioni di gas serra nell’UE.

La nostra capacità di decarbonizzare il settore trasporti dipende dalla disponibilità di alternative ai combustibili fossili” ha sottolineato Adina Vălean, Commissaria europea ai trasporti. “Abbiamo bisogno di forniture sufficienti di elettricità da fonti rinnovabili, biocarburanti sostenibili, idrogeno verde e altri combustibili rinnovabili e a basse emissioni. La parola chiave è ‘sufficiente’. Il mercato della mobilità sta crescendo, il che è un aspetto positivo perché significa maggiore prosperità economica”.

È il mercato a decidere come i combustibili fossili saranno sostituiti” ha proseguito la Commissaria Vălean, e il mercato europeo parla chiaro sul settore dell’eMobility: il mercato dei BEV, i veicoli elettrici a batteria, ha raggiunto quota 12,1% (ovvero un aumento del 3% rispetto al 2021, come spiegano i dati Acea), e sono aumentate del 29% le immatricolazioni di vetture elettriche rispetto al 2021 nei principali mercati UE.

Elettrificare i trasporti

Per far fronte, dunque, alla domanda, sarà necessario mettere a disposizione di chi possiede un veicolo elettrico le giuste infrastrutture di ricarica, offerta che rimane disomogenea nei vari Stati membri secondo i dati MOTUS-E, e che permetterà di far fronte a “un aumento dei consumi totali di energia nell’UE almeno del 2% nel 2030”.

Ebba Busch, Ministro per l’energia svedese, al termine di una joint session con i ministri, ha spiegato come l’incontro getti le basi per definire un futuro quadro normativo UE che riduca la dipendenza da combustibili fossili “attraverso l’elettrificazione massiccia sia dell’industria sia dei trasporti”.

La proposta sull’infrastruttura per combustibili alternativi, la Alternative Fuel Infrastructure Regulation (AFIR), ha proprio l’obiettivo di facilitare la fornitura e la distribuzione delle infrastrutture di ricarica elettrica, verso un minimo di un milione di punti di ricarica nell’Unione entro il 2025 e di 16 milioni entro il 2050. La proposta sarà valutata prossimamente in sede di trilogo.

Non solo automotive: trasporto marittimo e aviazione

Non solo automotive e trasporto su gomma, che pur copre una buona fetta delle emissioni: anche il settore marittimo e dell’aviazione, dove l’applicazione di elettro-combustibili (i cosiddetti e-fuel, come i carburanti sintetici) e idrogeno sembrano promettere buoni risultati, sono interessati dalla transizione.

Oltre all’AFIR, sono parte del pacchetto Fit For 55 anche due proposte legislative pensate per il settore aviazione e quello marittimo, entrambe con l’obiettivo di “migliorare l’uso delle rinnovabili, di combustibili a ridotte emissioni di CO2” per i velivoli e le imbarcazioni, come sottolineato dalla Commissaria Vălean durante l’incontro con i ministri.

Si tratta delle proposte FuelEU Maritime e ReFuelEU Aviation. Quest’ultimo in particolare, vuole permettere “ai fornitori di distribuire maggiori quantità di combustibili alternativi agli aeroporti UE e far sì che le compagnie aree ne facciano uso. Chiediamo loro di unire i combustibili tradizionali con quelli alternativi in quantità via via maggiore, partendo dal 5% nel 2030 e fino al 63% nel 2050”. “Questo, spiega Vălean, ridurrebbe le emissioni del settore aviazione di circa due terzi entro il 2050”. Emissioni che, secondo le stime della Commissione europea, non tenderanno certo a ridursi, fino ad arrivare al +300% dei livelli del 2005.

Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, si stima un numero di 104 impianti necessari per la produzione di rinnovabili e combustibili a basse emissioni in tutta l’Unione europea nel 2050. Aumentare la produzione in Europa è infatti essenziale per evitare di “creare nuove dipendenze”, ha ricordato la Commissaria, ma richiederà investimenti che, all’interno del Green Deal europeo (annunciato nel 2019 e di cui è stato presentato il piano industriale a inizio febbraio), sono stati stimati attorno ai 130 miliardi all’anno fino al 2030. A cui la Commissione europea cerca di far fronte attraverso vari pacchetti di finanziamenti (tra cui i programmi Connecting Europe Facility, InvestEU, Horizon Europe, l’Innovation Fund e la politica di coesione) pari a quasi 100 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 e per l’intero settore. Si aggiungono i finanziamenti del Next Generation EU, che hanno permesso “investimenti pari a 90 miliardi in trasporti e riforme negli Stati membri”, ha affermato la Commissaria Vălean.

Immagine di copertina: Swedish Presidency of the Council of the European Union (Sweden2023.eu)

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