Roma, 14/05/2024
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Ricarica bidirezionale, come le auto elettriche possono fornire energia a case e alla rete

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Le auto elettriche possono diventare delle centrali di energia e sistemi di accumulo grazie ai vantaggi della ricarica bidirezionale. Torniamo quindi a parlare dei sistemi V2G e affini, e come possono tornare utili anche alla collettività.

Uno dei vantaggi dati dalle auto elettriche, rispetto a quelle motorizzate a benzina o diesel, è quello di diventare delle specie di centrali autonome, che stoccano e forniscono energia. È la possibilità data dalla tecnologia V2G, ovvero Vehicle-To-Grid.

Come funziona la tecnologia V2G di ricarica bidirezionale

In sostanza, i veicoli possono cedere l’energia elettrica in eccesso alla rete. Chi possiede una BEV quindi diventa al tempo stesso un fornitore energetico tramite la ricarica bidirezionale. L’auto non solo riceve la corrente necessaria per alimentare la batteria dall’esterno, ma quella in più può trasferirla alla rete, ed anche a utenze domestiche, dispositivi e via dicendo.

Una tecnologia che sempre più modelli integrano, sia quelli attuali che gli altri che approderanno sul mercato. E che consente anche l’ottimizzazione dell’energia, evitando gli impicci dovuti ad esempio dalle interruzioni di corrente. Le auto, insomma, potrebbero diventare potenzialmente delle centrali personali e che potrebbe garantire vantaggi, volendo, anche alla collettività.

È il caso ad esempio delle centrali elettriche virtuali, come quella del consorzio V3P nato dalla collaborazione tra case automobilistiche come Ford e General Motors, e realtà del mondo tecnologico come Google.

Le potenzialità della ricarica bidirezionale e i vantaggi

Bloomberg riporta a tal proposito la dichiarazione di Garrett Fitzgerald, direttore senior della SEPA, ovvero della no-profit Smart Electric Power Alliance. A suo dire, con l’aumento di eventi climatici estremi, sia caldi che freddi, e interruzioni di corrente (il riferimento è principalmente agli Stati Uniti, ma la cosa è trasversale globalmente) strumenti come la ricarica bidirezionale possono diventare cruciali.

Sempre la SEPA ha sottolineato in un report dello scorso settembre come le 2,1 milioni di vetture elettriche circolanti negli Stati Uniti possono vantare una capacità di accumulo di 126 GWh nelle proprie batterie. Molto più di una gigafactory di grandi dimensioni.

I grandi marchi scommettono sul V2G. La posizione particolare di Tesla

Curiosamente, mentre grandi case automobilistiche come Renault, Ford (il pick-up elettrico F-150 Lighting, lanciato nel 2022, con la sua batteria da 131 kW e un caricabatterie bidirezionale può alimentare un’abitazione per diversi giorni), Hyundai (con l’Ioniq 5), KIA (EV6 e il futuro EV9), Nissan (Leaf), Rivian, General Motors con la nuovissima gamma elettrica Ultium e così via puntano sempre di più sul sistema bidirezionale, la pioniera della mobilità elettrica Tesla è rimasta un po’ titubante.

Elon Musk ha infatti dichiarato di nutrire dei dubbi sulla ricarica bidirezionale, a meno che uno non disponga di un Powerwall (quelli dell’azienda generano 13,5 kWh). Altrimenti, secondo il fondatore della compagnia automobilistica, scollegando la vettura la casa rimarrebbe al buio.

Tuttavia, anche Tesla intende recuperare terreno ed uscire dallo scetticismo. Drew Baglino, Senior Vice President di Powertrain and Energy Engineering del colosso di Elon Musk, all’Invest Day dello scorso marzo ha annunciato che nel prossimo biennio anche le loro auto implementeranno la ricarica bidirezionale, sfruttando i progressi nella nuova generazione di batterie 4680.

Con la ricarica bidirezionale delle auto hanno fornito per giorni elettricità alle case

Tesla potrebbe – il condizionale è d’obbligo – aprirsi quindi ad una tecnologia che può fare in modo che un’auto possa ricaricare un dispositivo elettronico, elettrodomestici inclusi, o evitare i disagi di un blackout come è successo con l’F-150 Lighting che nell’Ontario, durante la tempesta di neve Elliot dello scorso anno, ha dato energia alla casa del suo proprietario per 44 ore, consumando solo 35% della batteria del veicolo.

Simile episodio quello di Albuquerque, nel New Mexico, in cui una Chevy Bolt EV tramite un economico convertitore ha fornito la corrente ad un’altra abitazione, riducendo drasticamente anche i costi in bolletta.

Per poter arrivare a ciò è necessario installare un caricabatterie bidirezionale, oltre alla strumentazione hardware e software adatta. L’auto diventa un sistema di stoccaggio dell’energia, il cui eccesso può essere ceduto, approfittando delle fasce orarie più economiche, o rivendendo il surplus energetico.

Ovviamente tutto ciò ha dei costi, come ad esempio quelli legati all’installazione del wallbox per la propria abitazione. Le stesse case automobilistiche forniscono dei sistemi ad hoc, come quello annunciato da General Motors, ovvero l’Ultium Home Energy System (caricabatterie, batteria stazionaria e sistema di gestione dell’energia), del quale però ancora non si conosce il prezzo.

Auto elettriche come sistemi di accumulo per le reti: il progetto di Pacific Gas & Electric

Le vetture, infine, possono diventare dei sistemi di accumulo per le reti elettriche (sistema V2X). Negli Stati Uniti, in particolare in California, la compagnia Pacific Gas & Electric Co. collabora con Ford per un progetto sperimentale biennale che riguarda i proprietari dell’F-150 Lighting.

Essi, come riporta Bloomberg, dovranno installare presso le loro abitazioni un caricabatterie bidirezionale ed anche il sistema di integrazione domestica fornito da Sunrun (ovviamente riceveranno un rimborso ad hoc). Il progetto riguarderà un migliaio di automobilisti e, oltre a valutare l’efficacia della ricarica per le case, verrà analizzata la possibilità che le vetture possano supportare la rete.

Inoltre l’iniziativa consentirà di comprendere se queste centrali elettriche virtuali possono rappresentare una valida alternativa ai normali impianti ed infrastrutture di ricarica. PG&E, in particolare, potrebbe escludere così in futuro delle onerose centrali a gas di picco, che coprono la domanda energetica in caso di aumento della stessa, entrando quindi in funzione. Il vantaggio sarebbe anche quello di decarbonizzare la rete. PG&E punta ad iniziare ad allacciare i collegamenti alla rete degli F-150 il prossimo anno.

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