Roma, 14/05/2024
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BYD con Seagull spaventa il mercato automobilistico globale. Il motivo? Il prezzo

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La Cina punta sempre più decisa ai mercati esteri nel settore automobilistico, e la sua BYD mette pressione con il modello Seagull che potrebbe costare meno di 10.000 euro. E gli Stati Uniti preparano le contromisure

La Cina continua a mettere pressione all’industria automobilistica globale, grazie al suo asset principale con le vetture elettriche. E la testa d’ariete è sempre quella, ovvero BYD, l’azienda di Shenzhen che ha battuto Tesla in termini di vendite nel mondo di BEV e che mira ad insidiare anche i marchi con il loro business più tradizionale.

La BYD Seagull, la vettura elettrica che potrebbe dare una scossa al mercato

E la mina vagante si chiama Seagull. Parliamo di una berlina ovviamente elettrica, dalle misure contenute (3,78 metri di lunghezza per 2,5 metri di passo). Una cinque porte da 75 cv ed anche da 102, montando rispettivamente batterie da 30 oppure da 38 kWh. E con una autonomia che arriva a 405 km.

Tutto sommato una vettura normale, ma che spicca per il suo prezzo davvero contenuto visto l’attuale tariffario delle BEV. La Seagull infatti viene venduta in patria, anche grazie alla capacità della Cina di avere il monopolio sulle materie prime e sulle batterie che alimentano le vetture, a 69.800 yuan. Al cambio attuale, 8.995 euro.

Meno di 10.000 euro per un’auto elettrica: la svolta di BYD

Insomma, a meno di 10.000 euro, o dollari, un acquirente europeo o statunitense può portarsi a casa la piccola di casa BYD. La leva prezzo made in Cina potrebbe perciò mettere in crisi l’industria automobilistica globale, indietro rispetto alla diffusione delle auto elettriche e con catene di approvvigionamento che dipendono perlopiù da Pechino.

Anche perché la Cina sta continuando l’avanzata, individuando le porte d’accesso per penetrare nei mercati europei e statunitensi per dribblare i potenziali rischi di dazi. E BYD, finanziata anche da Warren Buffett, sta svolgendo un ruolo cruciale, tanto da investire in una propria flotta mercantile per arrivare nei porti esteri con le proprie vetture.

Un rapporto dello scorso mese dell’Alliance for American Manufacturing, citato dalla CNBC, lancia l’allarme a proposito del mercato USA. “L’introduzione di automobili cinesi a buon prezzo – che sono così economiche perché sostenute dal potere e dai finanziamenti del governo cinese – nel mercato americano potrebbe diventare un evento foriero del rischio estinzione per il settore automobilistico statunitense”, si legge.

Una vettura semplice ma realizzata in maniera efficiente, da quanto risulta

In tutto ciò la Seagull, che non offre chissà quali prestazioni esorbitanti, fa comunque paura. E questo per la capacità di BYD di proporre una vettura che rende l’esperienza elettrica alla portata di tutti. CNBC ha citato l’analisi di Caresoft, società di consulenza che analizza le vetture facendole letteralmente a pezzi, nel senso di studiare ogni singolo componente. Dalla ricerca effettuata sino al minimo dettaglio, risulta che la vettura “è stata progettata, ingegnerizzata e creata in maniera efficiente e semplificata, ma con una inaspettata qualità ed affidabilità”. Spicca l’utilizzo di batterie a basso costo, approvvigionate internamente, e l’utilizzo di processi di fabbricazione efficienti, come quelli sfruttati da Tesla.

Una vettura quindi semplice ma ben fatta nonostante il prezzo basso. E che non avrà grossi rincari neppure all’estero, con i costi aggiuntivi frutto dei requisiti tecnici e di sicurezza imposti nell’UE e negli USA riguardano la vendita delle vetture. Infatti risulterà sempre inferiore al prezzo medio di un’auto elettrica attualmente venduta negli USA, stimata da Cox Automotive oltre i 52.000 dollari.

BYD può contare su spalle coperte da parte del governo cinese, ma non solo. Anche su un costo del lavoro più contenuto rispetto ad altre realtà estere e una capacità produttiva di notevoli volumi. Tutto ciò consente all’azienda di Shenzhen di correre, lanciando nuovi modelli e allargando la sfera produttiva in Paesi come la vicina Thailandia, l’Indonesia, l’Uzbekistan ma anche il Brasile. Oltre ovviamente all’Ungheria e Messico, porte d’accesso all’Europa e Stati Uniti.

Gli Stati Uniti ipotizzano nuovi dazi e rincari delle tariffe

A proposito di questi ultimi, l’ascesa cinese arriva in un momento molto delicato per l’industria automobilistica americana. Come riporta CNBC, la quota di mercato di marchi storici (oggi sotto l’ombrello Stellantis) come General Motors, Chrysler e Ford, è passata dal 75% nel 1984 a circa il 40% nel 2023.

La politica a tal proposito si sta muovendo per erigere delle barriere d’entrata alla calata cinese nel loro territorio. Attualmente un veicolo costruito in Cina entra negli Stati Uniti con un dazio d’ingresso del 27,5%. Questo valore è frutto della quota del 25% introdotta dall’amministrazione Trump più una percentuale del 2,5% come onere per auto importate dall’estero.

Ma mentre, come abbiamo detto, BYD e altre case potrebbero sfruttare una falla nel sistema producendo in Messico e da lì importare in Nord America, con cui sussiste un rapporto di libero scambio, la politica pensa ad ulteriori strette. Marco Rubio, senatore repubblicano della Florida e già in corsa per la nomination alla presidenza degli Stati Uniti, ha proposto un aggravio di 20.000 dollari sulle tariffe per ciascun veicolo cinese. E Trump è andato oltre, ipotizzando un dazio del 100% sulle auto che Pechino produce in Messico.

“Ma le case automobilistiche devono rivedere standard e processi consolidati”

Ma secondo l’ex GM Terry Woychowski, oggi presidente per il settore automobilistico di Caresoft Global, per quante barriere si innalzino spetta alle aziende saper arginare la concorrenza. “Bisogna imparare e disimparare, e farlo in fretta”, ha spiegato. Woychowski si riferisce alle procedure produttive e agli standard da cambiare, anche guardando a quello che fanno i concorrenti. “Anche se fai qualcosa da 100 anni, non significa che dovresti continuare a farlo. Perché non è più appropriato”.

Immagine di Copertina: BYD

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