Roma, 04/10/2024
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La storia (fallimentare) della Apple Car

11Rendering immaginario di uno dei prototipi di Apple Car

Un’idea che potrebbe far sorridere per il suo triste finale, ma che ricorda al mondo della produzione automobilistica l’importanza di lavorare sull’innovazione e di non accontentarsi mai. È la vicenda legata all’auto pensata da Apple nel 2014, la Apple Car per l’appunto

L’azienda che ha creato lo smartphone per come lo utilizziamo oggi che si butta nel mondo dell’automotive. Sembra l’inizio di una barzelletta, eppure è quello che pare sia successo una decina di anni fa (in tempi non sospetti, se si pensa ai più recenti progetti di Huawei). La Apple, sotto la guida di Tim Cook, aveva pensato sul serio di produrre un veicolo elettrico autonomo.

L’inizio della Apple Car

Quando sono iniziate a circolare le voci sull’ingresso di Apple nel settore, l’accoglienza del pubblico è stata contrastante ma piena di curiosità. Nota per le sue innovazioni nell’elettronica di consumo grazie anche all’attenzione a integrazione tra hardware di qualità e software d’eccellenza, l’azienda di Cupertino ha senza dubbio scaturito un’ampia gamma di aspettative.

L’idea di una Apple Car non rappresentava soltanto la proposta per l’ennesimo EV. Era un salto verso la guida completamente autonoma, la cura maniacale per i dettagli e la realizzazione di auto sempre più avanzate.

Quando nel 2014 si cominciò a chiacchierare di questo progetto, dunque, l’approccio è cambiato. Era stato lanciato il cosiddetto Project Titan, per il quale era stato assemblato un team di oltre 1000 specialisti e ingegneri. Mai ufficializzato, l’attenzione per il piano era favorita dall’uscita costante di indiscrezioni su prototipi e tempistiche di realizzazione ottimiste: si parlava di un veicolo pronto entro il 2020.

Quello che è certo: il dream team

Se sul lavoro in sé non si è mai saputo molto, è vero però che qualcosa si è mosso. Per far nascere la sua Apple Car, infatti, la multinazionale ha assunto alcune delle menti più brillanti del mondo delle auto. Si parla di Kevin Harvey di Andretti Autosport, David Masiukiewicz e Chris Porritt di Tesla.

Considerando comunque la necessità di sviluppare un tipo di prodotto mai realizzato dall’impresa, la Apple ha anche cercato l’esperienza di case automobilistiche affermate. Pare così sia stata in trattativa con giganti come Magna Steyr e BMW. Tuttavia, i risultati concreti di queste collaborazioni sono rimasti in gran parte dietro le quinte.

Come la Apple avrebbe potuto cambiare il settore

Tra le innovazioni che si pensa bollissero in pentola in quel periodo c’è l’idea di posizionare i sedili uno di fronte all’altro, come se ci si trovasse in un salotto, e il soffitto curvo per ridefinire completamente il design classico delle auto.

Col tempo, però, pare che questi obiettivi ambiziosi fossero stati ridimensionati a favore di un ‘semplice’ EV a guida autonoma. Cuore pulsante del progetto, uno schermo tattile simile a quello dell’iPad al centro del cruscotto in grado di integrarsi perfettamente con i dispositivi e i servizi Apple esistenti. Altre idee circolate nel corso del tempo riguardavano una tecnologia rivoluzionaria per le batterie, con costi ridotti e autonomia estesa.

Cosa c’è da imparare

Sicuramente, però, c’è qualcosa che si può portare con sé riflettendo su quello che la Apple Car sarebbe potuta essere. Anzitutto il fatto che, in un mondo in cui i desideri dei consumatori si evolvono sempre di più, bisogna pensare con un certo livello di perfezionismo anche su come gli EV smart debbano essere.

Poi c’è anche da dire che l’approccio pionieristico di Tesla nel settore automobilistico oggi potremmo dire che rispecchi l’impatto trasformativo che Apple ha avuto sull’elettronica di consumo. L’impresa di Elon Musk, infatti, si sta innegabilmente ritagliando una nicchia come la Apple del mondo dell’auto, stabilendo nuovi standard e rimodellando le nostre aspettative su ciò che le auto possono essere nell’era moderna.

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