Roma, 04/11/2024
Roma, 04/11/2024

Sostenibile e digitale, quali città sono pronte per la mobilità urbana del futuro?

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Come le soluzioni di mobilità abilitate dal digitale e le tecnologie dei veicoli elettrici adottate nel mondo hanno un impatto positivo sulla mobilità urbana. Lo studio Urban Mobility Readiness pone 8 centri urbani europei nella top ten della sua classifica

Oggi il 56% della popolazione mondiale vive in città e, entro il 2050, il numero salirà a sette persone su dieci: questi volumi dovranno essere tenuti in considerazione nella pianificazione delle tecnologie della mobilità dei centri urbani. Le città che affrontano le sfide della mobilità futura e continuano a migliorare il proprio ecosistema urbano saranno quelle più pronte a vincere la prova della sostenibilità e dell’attrattiva per persone e aziende. Questo il sotteso del Rapporto Urban Mobility Readiness Index a cura di Oliver Wyman Forum e della Berkeley University che, nell’edizione di quest’anno, si concentra anche sul trasporto pubblico. Il report è disponibile qui.

Le soluzioni verso un ecosistema urbano del futuro favorisce cambiamenti nelle abitudini delle persone: allontanano dall’uso dell’auto privata e incentivano l’utilizzo di sistemi di trasporto pubblico economicamente accessibili e soprattutto efficienti ed intermodali, attraverso app e altri servizi innovativi di MaaS, mobility-as-a-service, per le persone.

Lo studio sull’efficienza dei sistemi di mobilità urbana in 60 città del mondo

Lo studio ha stilato una lista di città, passando in rassegna 60 centri urbani nel mondo, classificandole sulla base delle loro prestazioni dal punto di vista dell’impatto sociale, delle infrastrutture, delle soluzioni innovative, dell’efficienza dei servizi e dell’attrattiva del mercato.

La classifica mette ai primi posti le città di San Francisco, Stoccolma, Helsinki, Singapore, Zurigo, Amsterdam, Monaco, Berlino, Parigi e Londra. Le città con le maggiori prestazioni tra quelle selezionate sono principalmente nel Nord America, in Europa e nell’Asia Pacifico, e la prima città italiana ad apparire è Milano, al 31esimo posto.

L’Europa guida la classifica della mobilità sostenibile

Le città europee dominano l’intera classifica (occupando 8 posti su 10 nella top ten) anche in termini di sostenibilità della loro rete di servizi, e questo grazie all’uso diffuso del trasporto pubblico e l’adozione di mezzi elettrici, soprattutto nei Paesi scandinavi. A partire dai numeri di vendite di veicoli elettrici in Norvegia (Oslo offre la mobilità più sostenibile tra tutte, secondo lo studio), grazie ad incentivi fiscali talmente efficienti che si è già iniziato a ragionare su come ridurli, fino alle soluzioni elettrificate per il trasporto su strada e sull’acqua della Svezia, che investe in modo massiccio nell’elettrificazione del Paese.

Milano, pur al 31esimo posto, ha guadagnato due posizioni rispetto all’anno passato. Ma l’approccio cittadino è ancora troppo auto-centrico – in linea con la tendenza nel Belpaese. Federico Ucci, partner di Oliver Wyman, ha spiegato, come riporta Il Sole 24Ore: “Sarà necessario potenziare ulteriormente le infrastrutture suburbane interconesse di parcheggio e la rete di piste ciclabili. Altrettanto importante sarà riuscire a promuovere investimenti privati innovativi nell’ambito della mobilità, incentivando la creazione di start-up in grado di sviluppare nuove soluzioni”. Soluzioni che contribuirebbero certamente a ridurre i livelli di inquinamento del capoluogo lombardo, ancora troppo alti.

Gli ottimi risultati in Europa si devono anche alla mobilità attiva, in bici e a piedi, con Amsterdam che registra, come da aspettative, la quota più alta di viaggi in bici, pari a oltre un quarto di tutti gli spostamenti – seppure il traffico veicolare risulti tuttora un problema. Infine, da un facile accesso ai servizi di trasporto pubblico.

Hong Kong premiata per il trasporto pubblico e San Francisco in testa all’intera classifica

Anche se tutte le città europee nello studio superano la media globale in termini di trasporto pubblico, è Hong Kong a detenere il titolo di città con i trasporti più a basso costo e un sistema ferroviario particolarmente diffuso, che ne determina anche maggiore attrattiva. È sul trasporto autonomo e l’intermodalità che deve lavorare, aspetto su cui città come Helsinki sono invece forti, con la sua offerta di una app di programmazione del viaggio ed un biglietto (tra i 2 i 3 euro a seconda dell’abbonamento) che può essere utilizzato indiscriminatamente su autobus, tram, metro treni e traghetti.

San Francisco, forse grazie alla sua prossimità con la Silicon Valley, offre un ricco ecosistema di tecnologie di automazione e di mobilità come servizio (MaaS) ed è in testa alla classifica generale. Tra i robotaxi autonomi offerto nella città e l’iniziativa delle slow streets per incentivare la micromobilità a piedi ed in bici, la città offre anche un’efficiente infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici. Gli incentivi a favore dell’adozione dell’elettrico nello Stato portano l’intera California a sembrare sempre più un laboratorio della mobilità del futuro.

Singapore, invece, ha aperto la via con i test di guida autonoma ed i sistemi di gestione intelligente del traffico urbano, ma ha perso una posizione a causa di un mancato equilibrio, secondo il report, tra sicurezza legata alla pandemia e l’offerta di collegamenti, che ha portato a una ridotta attività delle maggiori aziende operanti nel settore della mobilità.

Le tecnologie abilitate dalla digitalizzazione devono essere guidate dai principi di sostenibilità

Esclusa la mobilità elettrica, che in Italia non carbura velocemente come in altri Paesi europei, il mercato italiano della smart mobility vale 340 milioni di euro secondo i dati del Politecnico di Milano. Tra soluzioni smart di gestione del traffico (semafori e parcheggi intelligenti), “il 47% dei Comuni sopra i 15mila abitanti ha avviato almeno un progetto in questa direzione”, spiega il Direttore dell’Osservatorio Smart City, Giulio Salvadori a Il Sole 24Ore, aggiungendo che le nuove frontiere sono proprio quelle della MaaS e della guida autonoma. Bisognerà far fruttare gli stanziamenti PNRR in questo senso.

L’aspetto del digitale ha un ruolo chiave in questa trasformazione della mobilità urbana. L’Agenzia europea per l’ambiente sottolinea gli ambiti in cui la digitalizzazione delle tecnologie può portare non solo a un’ottimizzazione dei servizi, più efficienti, connessi e allineati alle esigenze delle persone, ma a sistemi più sostenibili dal punto di vista dei costi e dell’impatto ambientale.

Gli ambiti identificati sono nove e sono al centro dell’attuale confronto politico sulla mobilità: le opzioni di teleworking e di mobilità virtuale, il trasporto autonomo di passeggeri e merci, i servizi intermodali, la logistica smart, le soluzioni digitali per la gestione dell’offerta di mobilità, la gestione del traffico aereo e le tecnologie di monitoraggio per le emissioni di gas serra (GHG) e dell’inquinamento atmosferico. Tutti aspetti in cui una gestione efficiente della mole di dati sarà essenziale, così come avere lo sguardo sugli obiettivi di zero emissioni.

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