Roma, 14/05/2024
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Il caldo estremo mette a rischio la durata delle batterie delle auto elettriche: ecco come

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Le alte temperature e il caldo estremo possono rappresentare un pericolo per la durata e l’affidabilità delle batterie delle auto elettriche. Ecco cosa succede con la canicola e cosa fare per evitare problemi

Le ondate di calore estreme possono avere degli impatti seri sulle batterie, ovviamente incluse quelle delle auto elettriche. Un concetto non certo sorprendente, anzi, si sa che la canicola fa a cazzotti con i nostri dispositivi (lasciare uno smartphone al sole per lunghi periodi è un ottimo modo per ridurre la sua affidabilità), ma che è bene ribadire come fa un approfondimento di Bloomberg.

Il caldo estremo influisce sulle reazioni elettrochimiche delle batterie

Mentre noi facciamo i conti con l’avanzata dell’anticiclone africano, che ha spodestato il più mite originario delle Azzorre, anche nel resto del mondo si boccheggia per le temperature estive, soffrendo inoltre i fenomeni estremi di un incontestabile cambiamento climatico. E quando si parla di vetture elettriche, non è tanto in discussione il loro funzionamento con questi climi (altrimenti saremmo condannati ad andare a piedi), quanto le prestazioni della batteria.

Dal punto di vista chimico, annota Kyle Stock nel suo articolo, “il caldo estremo è simile ad una disfunzione cardiaca”. In sostanza, l’accumulatore sarà costretto ad un extra sforzo per funzionare, causato da un lavoro più intenso svolto dagli ioni presenti nella batteria, e che faticheranno di più ad attaccarsi al catodo o all’anodo. Una maggiore velocità nelle reazioni elettrochimiche determina anche una temperatura più alta, reazioni chimiche più lente, e autonomia ridotta della batteria. Con il rischio anche di malfunzionamenti e della cosiddetta autoscarica.

Cosa succede ai processi dentro la batteria quando fa caldo

In una normale batteria il superamento di una temperatura esterna di 20°C, solitamente, dovrebbe già spingere il proprietario alla ricarica. Salendo di 10°C il tasso di autoscarica raddoppia, e così via progressivamente. Quindi immaginiamo cosa possa succedere in periodi dell’anno come quello attuale, in cui ci troviamo sopra i 30° C, con valori percepiti più alti e picchi anche sui 40°. I danni poi del calore sono anche irreversibili sulla capacità delle batterie, con il rischio di scoprirli nei mesi più freddi quando è richiesta una maggiore energia per l’avviamento del motore.

Quando parliamo di batterie per auto elettriche, tuttavia, avviene che le reazioni elettrochimiche più veloci vengano scatenate anche dai normali cicli di ricarica rapida. Bloomberg fa l’esempio dei Tesla Supercharger, presenti anche in Italia: ma il punto è che questo avviene in determinati frangenti. Il caldo, invece, determina reazioni parossistiche anche quando l’auto non è collegata o è in marcia.

Discorso opposto quando si parla di freddo. In tal caso, le reazioni elettrochimiche sono più lente, ma in questo caso ci sono conseguenze del medesimo tipo con la carica, che sarà minore. Ma a differenza della canicola, il processo non è irreversibile. Cessate le temperature rigide, le batterie riacquistano la loro funzionalità piena.

Cosa fare per evitare rischi alle batterie delle auto elettriche con il caldo estremo

Considerato il fatto che tutto il mondo è paese e che gran parte del globo terracqueo deve fare i conti con l’aumento delle temperature sul pianeta, in un panorama di sempre maggiore diffusione di BEV è necessaria una maggiore accortezza sulla cura della propria batteria. Le raccomandazioni sono scontate come quelle che sentiamo ogni anno nei tg per affrontare il caldo: evitare di ricaricare oltre l’80%, per garantire una maggiore vita al proprio dispositivo o auto. O anche evitare di parcheggiare al sole, sfruttare le stazioni di ricarica veloce senza esagerare, e così via.

L’importanza della durata della batteria nell’acquisto di un’auto elettrica

Non si tratta quindi di una questione di lana caprina. La direttrice della pianificazione strategica presso Cox Automotive Stephanie Valdez Streaty, sentita da Bloomberg, ha spiegato che quattro acquirenti su cinque per il loro veicolo elettrico prestano molta attenzione alla durata della batteria. Motivo per cui è necessario fornire maggiore trasparenza riguardo questo aspetto.

C’è poi l’esempio di Recurrent, che fornisce dei report sulle batterie delle auto. L’azienda raccoglie tre volte al giorno i dati relativi ad esse di oltre 17.000 veicoli presenti nel loro database dei loro clienti. Da qui vengono poi assegnati dei punteggi alla vettura, basati sull’autonomia, il contachilometri e la capacità di carica. In California invece, nel paradiso delle innovazioni e delle start-up, si pensa anche ad interventi legislativi per comunicare lo stato di salute delle batterie di ogni BEV venduto. Sia come sia, in un mondo sempre più rovente i costruttori e produttori di batterie potrebbero competere tra di loro non solo su aspetti come l’autonomia complessiva, la velocità di ricarica e, ovviamente, il prezzo, ma anche sull’affidabilità delle vetture. E quindi, sulla loro durata.

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