Roma, 14/05/2024
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La storia di BYD, il produttore cinese di EV che fa concorrenza a Tesla

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Punta all’economia e il suo nome sta per ‘Build Your Dreams’, ovvero ‘Costruisci i tuoi sogni’. Si tratta di BYD, il produttore cinese di EV i cui utili del terzo trimestre si attende siano raddoppiati rispetto allo scorso anno. E che concorre ormai a pieno titolo con Musk

“Ovunque nel mondo c’è domanda di convenienza economica. È una proposta di valore universale”. Ad affermarlo è Bill Russo, fondatore e CEO di Automobility, una società di consulenza strategica e di investimento. Secondo lui, il luogo che può offrire più convenienza economica in questo momento è la Cina. Non c’è da stupirsi: è così da parecchio tempo, ed è ormai da un po’ che ciò vale per le auto elettriche, il settore di cui parla Russo. A dominare è sempre più un produttore specifico, il cui nome sta per ‘Costruisci i tuoi sogni’ ma che sembra averne realizzati già buona parte: si parla di BYD.

Da dov’è nata l’idea

Tutto comincia nel 1995, quando Wang Chuanfu, nato nel 1966 da una famiglia di agricoltori in una delle province più povere della Cina, decise di co-fondare BYD a Shenzhen insieme al cugino. L’impresa produceva batterie ricaricabili per dispositivi elettronici come computer portatili e cellulari, e col tempo è cresciuta fino ad essere quotata in borsa nel 2002.

A inizio degli anni duemila, però, qualcosa è cambiato. L’acquisto dell’impresa automobilistica statalizzata Qinchuan Automobile Company e, dunque, la creazione di BYD Auto diedero inizio a un percorso che arriva fino ai giorni nostri. La visione era quella di inserirsi nel settore dei veicoli elettrici in un momento in cui non se ne parlava minimamente, ma i sussidi e le agevolazioni fiscali in Cina erano alti. Ancora oggi sono alle stelle: lo scorso giugno Pechino ha offerto 72,3 miliardi di dollari in agevolazioni in quattro anni per il settore degli EV. Un progetto visionario, oggi confermato dal fatto che l’elettrico è davvero il futuro della mobilità.

Il segreto del successo cinese, però, non sta solo qui. Bisogna tener conto del fatto che la materia prima non è mai mancata: le batterie prodotte da BYD si sono rivelate un vantaggio notevole sulla concorrenza. Ancora oggi Tesla deve affidarsi a produttori terzi, mentre il gigante cinese fa tutto in casa.

Fu anche questo ad essere visto dall’investitore statunitense Warren Buffett, che nel 2008 acquistò una partecipazione del 10%. Le sue parole al tempo furono profetiche: secondo lui un giorno BYD sarebbe diventata “il più grande attore in un mercato automobilistico globale che sta inevitabilmente diventando elettrico”.

BYD produttore cinese EV

La chiave: restare economici

Il gran numero di finanziamenti statali e la produzione ‘in casa’ della componente più costosa dell’automobile permettono a BYD di fare una cosa che Tesla e chi si è ‘reinventato’ produttore di EV non riescono a fare: mantenere i prezzi bassi. Secondo un rapporto di UBS, la BYD Seal ha un vantaggio del 15% sulla versione base della Model 3 di Tesla, prodotta in Cina.

Ma non solo. L’EV entry level di BYD, Seagull, viene venduto a 11.000 dollari. La Model 3 in Cina ha un prezzo di partenza di quasi 36.000 dollari. Eppure, questo è qualcosa che Elon Musk non si sarebbe mai aspettato fino a 12 anni fa.

L’ironia della sorte punisce Musk (ma non troppo)

Quando nel 2011 un giornalista chiese a Elon Musk di BYD e dei concorrenti cinesi nell’ambito dei veicoli elettrici, l’imprenditore rise. Ai tempi Tesla era ancora una società molto giovane, e il prototipo della sua Model S era stato appena presentato al grande pubblico. Oggi la situazione è molto diversa, e BYD continua a superare ogni record e a battere mese dopo mese i numeri dell’azienda statunitense.

Nonostante ciò, è proprio all’impresa di Musk e al suo ingresso in Cina che è stata attribuita la responsabilità della crescente popolarità degli EV nel Paese. Secondo Ivan Lam, analista automobilistico di Counterpoint Research, Tesla è “uno dei marchi di EV preferiti in Cina” soprattutto dai giovani.

Il futuro del settore è made in China? I risultati di BYD

Oggi BYD continua ad andare avanti, e le sue azioni hanno fatto un salto grazie alla predizione di utili più che raddoppiati nel terzo trimestre di quest’anno rispetto all’anno scorso. Più in generale, tutta l’industria automobilistica cinese è in crescita, tant’è che si parla di un vero e proprio ‘dominio’ sul settore. Nel 2023 il Paese ha superato il Giappone nelle esportazioni.

Se le cose non cambieranno, questo andamento verrà confermato con il cambiamento radicale che si attende entro il 2030, grazie all’espansione degli incentivi verdi. Se le case automobilistiche del resto del mondo cercheranno di competere introducendo sempre più novità, la differenza nel prezzo continuerà ad essere forte. Questo anche grazie ai grossi incentivi che persino la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha definito “pratiche commerciali sleali”.

Oggi si parla di regolamentazioni per rendere il mercato europeo meno accessibile alle case automobilistiche cinesi. E le tensioni politiche con Pechino non sono d’aiuto. Per il momento, però, le auto ecologiche e convenienti di BYD sono un successo in Germania, patria di Mercedes-Benz, BMW e Volkswagen che, però, è alle prese con l’inflazione e i costi energetici elevati.

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