Roma, 14/05/2024
Roma, 14/05/2024

L’Italia investe nello Spazio: dal PNRR ad una legge ad hoc, ecco come

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L’Italia sempre più in prima fila negli investimenti nello Spazio, settore che vede gli interventi del PNRR ma non solo. Si muovono anche le regioni, mentre il Governo ribadisce la volontà di una legge specifica che colmi un vuoto normativo

Lo Spazio resta in cima alle priorità dello sviluppo economico del sistema Italia. O meglio, questa è l’intenzione da quanto si evince dalla volontà e dagli investimenti sia a livello statale che regionale, coinvolgendo le aziende che operano in un settore così strategico. Sia dal punto di vista economico e produttivo che per quello geopolitico.

L’Italia e gli investimenti nello Spazio: le misure del PNRR

Anzitutto, non possiamo prescindere dal PNRR, che dedica delle risorse proprio all’Economia dello Spazio come si evince dagli 1,49 miliardi di euro destinati allo sviluppo di connessioni satellitari, nel contesto della Missione 1 dedicata alla Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. Investimenti che si articolano nell’upstream, ovvero la produzione dei satelliti e il loro lancio, nonché l’osservazione della Terra, e nel downstream, quindi fornitura di servizi Satcom.

Non dimentichiamo poi il progetto Space Factory 4.0 di cui abbiamo parlato in precedenza e che vede la collaborazione tra ASI e Thales Alenia Space. All’interno del PNRR sono previste delle risorse, che si aggirano sui 300 milioni di euro, per la cosiddetta In-Orbit Economy, per la gestione ed il monitoraggio dei lanci e del traffico spaziale, in modo che possa essere garantita la sostenibilità delle missioni e la loro sicurezza.

Inoltre, nella Missione 2 dedicata alla Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica si prevedono delle risorse pari a 500 milioni di euro che saranno impiegate per un “sistema avanzato ed integrato di monitoraggio e previsione per l’individuazione dei rischi idrogeologici”. Qui non si può non citare IRIDE, il sistema di satelliti che è gestito dall’Agenzia Spaziale Europea, ma che è nato da un’iniziativa del Governo italiano nel contesto proprio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Gli interventi delle Regioni nel settore aerospaziale: i casi di Lombardi e Piemonte

Questo è un quadro sintetico legato al PNRR, ma come abbiamo detto il settore aerospaziale sta assumendo un peso sempre più importante anche a livello regionale. Il Lombardia Aerospace Cluster, tra gli altri progetti, punta allo sviluppo della mobilità aerea avanzatain vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, mentre il Piemonte ha stretto una collaborazione con gli Stati Uniti, con l’apertura di un ufficio della in-house Ceipiemonte (Centro Estero per l’Internazionalizzazione della regione) a New York e la collaborazione per favorire la cooperazione tra realtà imprenditoriali del settore piemontesi e statunitensi. Il tutto con la partecipazione anche della Margalit Startup City New York e del fondo di investimento israeliano Jerusalem Venture Partners.

Lo stanziamento di risorse a fondo perduto dell’Emilia Romagna

Ancora, l’Emilia-Romagna ha stanziato 5 milioni a fondo perduto per il sostegno di progetti nel settore dell’economia dello spazio, includendo servizi, miniaturizzazione dei satelliti, cybersecurity ed infrastrutture critiche. Non a caso quattro importanti realtà imprenditoriali che dalla regione sono partite alla conquista del mondo, ovvero Dallara, Barilla, Tecnogym e Gvm Care & Research, hanno dato il loro contributo ad una stazione orbitante privata sviluppata da Axiom Space, con il supporto della NASA.

In particolare, le realtà imprenditoriali dell’Emilia-Romagna selezionate si occuperanno di progetti di ricerca e sviluppo, dai materiali innovativi da usare in orbita, all’alimentazione dello spazio passando alla fisiologia umana in contesti fuori dall’atmosfera terrestre. Come spiegano dalla Regione, “vogliamo sostenere sempre più un ambito ad alto valore aggiunto e con importanti ricadute a livello scientifico e industriale: acquisizione di dati satellitari per l’agricoltura, l’ambiente, il meteo, studio di nuovi materiali, salute, alimentazione, farmaceutica e scienze della vita. Infine, è importante dare un seguito concreto alle missioni istituzionali che facciamo come Regione insieme a imprese, università, cluster ed enti di ricerca per creare sempre di più le condizioni per buona occupazione e sviluppo sostenibile, rafforzando la collaborazione con i territori più avanzati”.

Il Ministero del Made in Italy ribadisce la volontà di una legge sullo Spazio

Anche a livello centrale ci si sta muovendo per investire e stringere relazioni nel campo aerospaziale. Nel corso di una conferenza stampa organizzata dall’Intergruppo parlamentare sulla Space Economy, tenutasi negli scorsi giorni, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (che ricordiamo detiene la delega sulle politiche relative ai programmi spaziali e aerospaziali) ha voluto mettere l’accento sull’importanza del settore ed anche della filiera aerospaziale. A marzo si era aperto un tavolo al MIMIT con gli attori e i portatori d’interesse in questo campo tra aziende e centri di ricerca, e che ha prodotto un Documento strategico di politica spaziale nazionale e un Documento di visione strategica per lo spazio. Non solo: per l’occasione era stata annunciata anche una legge ad hoc “di ampia portata” sull’aerospazio.

L’intervento normativo è stato ribadito dallo stesso Urso in questi giorni, rivelando la possibilità di vederlo attuato nella prossima Manovra del Governo, in forma di collegato. Una procedura alla stregua di quanto fatto con la riforma degli incentivi e con la legge sul Made in Italy. Urso ha quindi spiegato: “Pensiamo di inserire come collegato proprio la legge sullo Spazio così che venga presentato dal Consiglio dei ministri nelle successive settimane al Parlamento per avere un quadro complessivo già nel corso del 2024”. Si punta a concludere e presentare la legge entro l’autunno del prossimo anno.

L’Italia protagonista della colonizzazione dello Spazio: i numeri del settore

Secondo il ministro l’Italia deve diventare “protagonista della colonizzazione dello Spazio”. Ma per arrivare a ciò è necessario intervenire con una legge, auspicata da realtà del settore come Leonardo, in modo tale da colmare dei vuoti normativi. L’aerospazio, inoltre, si è rivelato negli ultimi anni un settore cruciale per la geopolitica, con le tecnologie in orbita fondamentali nel supportare attività militari e di intelligence. Ma una legge è utile anche per cogliere le opportunità dal punto di vista civile ed economico, come dimostrano le misure del PNRR che abbiamo elencato.

Di recente Urso ha snocciolato una serie di dati, secondo i quali nel 2013 la space economy a livello globale aveva toccato un valore pari a 260 miliardi di dollari. Valore che attualmente è quasi raddoppiato, a quota 480 miliardi di dollari. Ma nel 2040 si potrebbero superare i 2.700 miliardi.

L’Italia pensa al riuso di missili o aerei per voli suborbitali

In Italia, ha illustrato il ministro in una recente audizione in Commissione Attività produttive sulla politica spaziale e aerospaziale del governo, operano 300 aziende del settore, coinvolgendo nell’intera filiera 200.000 addetti. Il fatturato annuo è di 4,5 miliardi di euro, e delle 4.000 aziende dell’indotto il 90% circa è rappresentato da piccole e medie imprese. Inoltre Urso ha assicurato che i contratti previsti sul settore nel PNRR si sono conclusi “nei tempi utili”.

Come affermato dall’onorevole Andrea Mascaretti, presidente dell’Intergruppo Parlamentare Space Economy, nel settore dell’economia spaziale il paradigma è cambiato. “Siamo passati da settore pubblico a settore dove i privati dettano il mercato. La Nasa acquista servizi da privati [come dimostra il caso delle future stazioni orbitanti, ndr] e questo avverrà a breve anche in Italia. Ora bisogna capire se partire dallo Spazio o dall’aerospazio. Tradotto, pensiamo di riutilizzare missili o aerei per voli suborbitali. È quella la sfida economica e le nostre imprese saranno pronte ad accettarla”.

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